Le cinque regole per fare un bilancio preventivo

L’ultima manovra del Governo Monti non è ancora stata del tutto digerita ma già è chiaro che, riguardo al trattamento fiscale per i lavoratori autonomi, molte cose stanno per cambiare. Tra i grandi problemi della legislazione italiana sul lavoro non c’è solo quello relativo al carico fiscale e contributivo (comunque molto elevato), ma pesano anche e soprattutto la complicazione e l’incertezza della legge stessa: ormai da tempo le novità normative non vengono introdotte solo dalla Finanziaria, che ogni anno dovrebbe fissare il bilancio di previsione (budget, detto all’inglese) dello Stato e della Pubblica Amministrazione. Le novità vengono spalmate lungo tutto l’anno con manovre e aggiustamenti contabili che spesso cambiano le carte in tavola in corso d’opera. Ciò rende, di fatto, impossibile a un professionista, un artigiano o un commerciante fare una previsione accurata del proprio budget non solo da un anno all’altro ma spesso anche nel momento in cui incassa i compensi per un lavoro eseguito. Insomma, per un professionista diventa un’impresa capire, anche a fronte di incassi certi, quale sarà il guadagno effettivo.
Una traccia per la “navigazione a vista”
Vediamo quali sono gli elementi principali da tenere d’occhio per capire se e quanto stiamo guadagnando dal nostro lavoro: una traccia che può rendere più facile la navigazione per noi che abbiamo la partita Iva. Navigazione che resta comunque “a vista”, ma almeno con qualche indicazione in più sulla rotta da seguire.