L’agricoltura trascina l’apertura di nuove attività

Il settore agricolo trascina la crescita delle partite Iva a maggio 2015. Nel quinto mese di quest’anno sono state infatti avviate 48.103 nuove attività, il 9% in più rispetto a maggio 2014. L’incremento significativo è stato sostenuto in buona parte dalle nuove aperture nel settore dell’agricoltura, fenomeno localizzato soprattutto nelle regioni meridionali del Paese.
Settore produttivo
Entrando nel dettaglio dei numeri, come di consueto, il maggior numero di aperture di partite Iva (il 21,3% del totale) si registra nel settore commercio, seguito dall’agricoltura (19,7%) e dalle attività professionali (11%). Rispetto al maggio 2014 però balza all’occhio il significativo aumento nell’agricoltura (+104,8%). Secondo l’Osservatorio sulle partite Iva del Ministero dell’Economia tale aumento a tre cifre potrebbe essere l’effetto delle novità normative dell’Imu sui terreni agricoli che prevedono agevolazioni per gli imprenditori agricoli professionali.
Osservando gli altri settori, si possono evidenziare incrementi marcati nella sanità (+13,5%) e nelle “altre attività di servizi” (+7,4%), cui fanno da contraltare cali significativi nelle attività artistiche e sportive (-13,1%), finanziarie (-12,1%) e professionali (-7,7%).
Ripartizione territoriale
Il 38% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,1% al Centro e il 40,7% al Sud. Diversamente dal solito, nel mese di maggio, la quota di aperture localizzate al Sud ha superato quella delle regioni settentrionali. Secondo l’Osservatorio anche questa tendenza è frutto presumibilmente delle novità normative riguardanti l’Imu sui terreni agricoli, che sembra aver maggiormente interessato le aree del Sud.
Entrando nello specifico delle regioni, rispetto a maggio 2014, gli aumenti più significativi si registrano in Calabria (+77,4%), Puglia (+61,6%) e Molise (+46,1%). Viceversa le flessioni più evidenti si verificano nella Valle d’Aosta (-13,1%), in Sardegna (-5,3%) e in Emilia-Romagna (-3,7%).
Natura giuridica
Prevalgono come di consueto le persone fisiche (75,3%), mentre le società di capitali raggiungono il 19,2% e quelle di persone il 4,7. Rispetto all’anno passato le aperture tra le persone fisiche aumentano del 12%, quelle delle società di capitali del 5,7%, mentre le società di persone registrano un significativo calo del 13,7%.
Secondo l’Osservatorio tale tendenza potrebbe essere conseguenza delle recenti norme civilistiche che agevolano l’apertura di società di capitali (la famosa società a responsabilità limitata semplificata).