Così uccidono il risparmio: furto con scasso e zero privacy
Due cattive notizie in un giorno, lunedì 25 marzo, solo apparentemente slegate fra loro.
Prima notizia, ampiamente annunciata (ne abbiamo parlato qui) è stato varato il decreto dell’Agenzia delle Entrate che mette fine alla privacy sui conti bancari. Infatti banche, le Poste, Sgr (le società di gestione e intermediazione del risparmio) dovranno comunicare all’Agenzia entro il prossimo 31 ottobre (e non il 30 aprile come previsto inizialmente) tutti i dati sui conti correnti, i movimenti, gli investimenti, l’utilizzo delle carte di credito e perfino quanti accessi ci sono stati alle cassette di sicurezza. Per adesso i dati presi in esame saranno quelli riferiti al 2011. Per i dati del 2012 il termine la comunicazione deve avvenire entro il 31 marzo 2014, per il 2013 entro il 20 aprile 2014. Un sistema che di fatto annulla il segreto bancario consentendo al Fisco di incrociare i dati sui conti correnti con le dichiarazioni dei redditi per scovare gli evasori come previsto dal decreto “Salva Italia”.
Possedere denaro guadagnato è un crimine?
A parte qualsiasi considerazione sul ritardo con cui viene varato il decreto e sull’ancora più grave ritardo nell’acquisizione dei dati (chi ha evaso veramente nel 2011 da oggi ha a disposizione più di sei mesi per ritirare i suoi depositi in Italia e fuggire all’estero, chi sta evadendo adesso ha di fronte un paio d’anni tranquilli prima che la macchina del fisco possa stanarlo) resta sempre valida la perplessità che abbiamo espresso tante volte. In un “Paese normale” il cittadino non dovrebbe avere nulla da temere da un Fisco che controlla la sua ricchezza. Ma in un Paese dove anche chi paga le tasse fino all’ultimo centesimo (di solito con l’ausilio di un costoso commercialista) rischia di venire colpito da quattro o cinque cartelle esattoriali all’anno il fatto non può che destare preoccupazione. Ma soprattutto che senso ha continuare a dire che verrà colpito chi risulta avere mezzi superiori al suo reddito? Dal 2008 tutti noi autonomi abbiamo vissuto un calo, quando non un crollo, dei redditi. Stiamo vivendo sui soldi accumulati negli anni passati. Scoprire che questo fa automaticamente di noi degli evasori non è soltanto ingiusto, è mostruoso. Possedere del denaro non può diventare un crimine né una ragione di sospetto, né deve essere un onere a carico del cittadino dimostrare che il motivo per cui possiede quel denaro è lecito. Se il Fisco utilizzerà, come purtroppo è probabile, i dati acquisiti per vessare i cittadini onesti e non per colpire la vera evasione (che di controlli simili si fa un baffo) il provvedimento potrebbe avere risvolti incostituzionali. Vigileremo in questo senso.
Clown del Nord Europa
Ma, come dicevamo, le cattive notizie viaggiano spesso appaiate. Infatti ieri i mercati finanziari non hanno fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo per il salvataggio del sistema bancario di Cipro che subito hanno ricominciato ad affondare per le incaute dichiarazioni del il presidente dell’Eurogruppo (il centro di coordinamento che riunisce i ministri dell’Economia e delle Finanze degli stati dell’euro) Jeroen Dijsselbloem. Cosa ha detto di così grave il ministro delle Finanze olandese? «Il piano applicato a Cipro rappresenta un nuovo modello su come gestire i problemi del sistema bancario in Europa». In altre parole il prelievo forzoso sui conti correnti ciprioti (nella fattispecie del 30% sui conti con più di 100mila euro) potrebbe essere ripetuto in tutti gli altri Paesi dell’Eurozona. Di fatto un via libera a mettere le mani sulle ricchezze dei cittadini depositate in banca. I mercati sono crollati, l’incauto ministro ha fatto una frettolosa retromarcia. I giornali americani e i profeti di catastrofe, che ogni giorno predicono l’imminente crollo dell’euro e il crack dell’Europa, devono aver brindato. A noi non resta che chiederci se l’accusa di avere eletto dei clown rivolta da Peer Steinbrueck, segretario della Spd (il maggior partito tedesco di opposizione) a Giorgio Napolitano non possa essere ribaltata sui vertici dell’Europa e soprattutto su quei Paesi, come l’Olanda, che ci trattano con sufficienza salvo minacciare di mettere le mani anche sui nostri soldi depositati in banca.