Legge di bilancio 2019, anticipazioni

Legge di bilancio 2019: pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax per partite IVA
In attesa del 15 Ottobre, termine entro il quale il Governo dovrà approvare la Finanziaria, si vanno man mano a definire costi e misure della Legge di Bilancio 2019, ancora al centro del dibattito politico.
Le anticipazioni più recenti parlano di una riforma pensioni e di una flat tax meno generose del previsto, allo scopo di rendere la manovra sostenibile. L’Esecutivo è infatti intenzionato ad inserire quota 100 per quanto riguarda le pensioni, Flat Tax per Partite IVA e reddito di cittadinanza; misure costose, soprattutto alla luce di una crescita meno robusta del previsto, che riduce i margini di flessibilità della manovra.
Andiamo ad analizzare i punti salienti della Legge di Bilancio 2019.
PENSIONI, QUOTA 100 – Nel caso delle pensioni, la Legge di Bilancio 2019 prevede dunque quota 100, mentre la pensione anticipata con 41 anni di contributi è rimandata ai prossimi anni, per alleggerire i costi. Tuttavia, anche la quota 100 avrà bisogno di paletti che ritirino la quota ad una platea ridotta, in modo da ridurre la spesa (8 miliardi circa) ad una più accessibile cifra che va dai 2 ai 3 miliardi di euro. Al momento, sono due le ipotesi in campo: quota 100 solo legata agli esuberi oppure per una platea più ampia ma con vincoli precisi (età a 64 anni e vincoli contributivi). L’Ape social potrebbe conservarsi.
REDDITO DI CITTADINANZA – Sul reddito di cittadinanza, l’intenzione del Governo è quella di introdurre le prime misure, poiché una applicazione completa richiederebbe costi troppo alti: circa 17 miliardi di euro. Si partirà probabilmente dal riordino dei centri per l’impiego (con un costo di circa 2 miliardi) e dalla pensione di cittadinanza, che garantirebbe un minimo di 780 euro a tutti i pensionati.
RIFORMA IRPEF, FLAT TAX – La Flat Tax, nella Legge di Bilancio 2019, esordirà proprio con le Partite IVA. La riforma prevista dal Governo prevede un’aliquota fissa al 15% per i redditi fino a 80mila euro, mentre per quelli superiori si alzerà al 20%. Si prospetta, anche in questo caso, un’introduzione graduale per non pesare troppo sul bilancio. La riforma punta a superare le soglie di ricavi, oggi tra i 25mila e i 50mila euro, sollevando l’asticella fino a 100mila euro.
Il costo stimato della norma, così formulata, sarebbe di circa 3,5 miliardi: non si esclude perciò che possa essere riformulata, allo scopo di abbassare il tetto di reddito.
Per quanto riguarda i finanziamenti, la manovra probabilmente attingerà le sue risorse attraverso misure di spending review e dalla cosiddetta pace fiscale, una sorta di sanatoria i cui dettaglio sono ancora in via di definizione.