Studi di settore, novità per ex minimi e giovani professionisti
L’Agenzia delle Entrate che solitamente vanta una puntualità svizzera nel fornire chiarimenti e delucidazioni sulle norme fiscali, questa volta ha tardato leggermente, creando un paradosso. Accade infatti che proprio il 14 luglio sia stata emanata una classica e irrinunciabile circolare esplicativa, che chiarisce i termini di versamento di alcune specifiche categorie soggette agli studi di settore. Peccato che il prezioso documento chiarificatore sia arrivato quando i termini di scadenza per i primi versamenti dei contribuenti interessati fossero scaduti da un paio di giorni. Insomma,come al solito si dovrà fare di necessità virtù, ed eventualmente sanare possibili situazioni controverse con i successivi pagamenti. In particolare, sono state definite le situazioni riguardanti un nutrito numero di partite Iva. Tra i soggetti coinvolti dalla circolare, ci sono i giovani professionisti e i lavoratori autonomi che hanno lasciato il regime dei minimi per approdare a regimi fiscali diversi. Vediamo allora che cosa ha stabilito l’Agenzia delle Entrate.
Giovani professionisti: parametri corretti e più congrui
Nella circolare vengono prese in considerazione e chiarite le posizioni di quei giovani professionisti che si avviano alla professione effettiva, lavorando per studi professionali. È il caso di geometri, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e architetti, per i quali sono stati introdotti bonus che tengono conto dell’effettiva attività svolta, per poter essere considerati congrui agli studi di settore. Un primo correttivo permetterà loro di considerare il tempo effettivamente dedicato all’attività e non le spese sostenute, che nella fase di avvio, potrebbero essere anche molto ingenti. In secondo luogo, considerato che una delle condizioni per avere il bonus prevede che l’attività del giovane professionista sia svolta esclusivamente presso altri studi professionali o strutture assimilabili, l’Agenzia ha chiarito che la condizione sarà soddisfatta anche nel caso in cui il giovane professionista svolga le pratiche assegnategli preso la propria abitazione.
Ex minimi, niente sconti. Gli studi partono appena si cambia regime
Ancora una volta il Fisco sembra voler discriminare i lavoratori autonomi, imponendo l’applicazione di norme che ad altri soggetti vengono risparmiate. Nello specifico è stata respinta la disapplicazione degli studi di settore per il primo anno di determinazione ordinaria del reddito per gli ex minimi, quando si tratta di lavoratori autonomi. Nella circolare si precisa che, nell’anno in cui cessa di avere applicazione il regime dei minimi, gli studi di settore non possono essere utilizzati per l’azione di accertamento, ma solo avendo riferimento a coloro che svolgono un’attività di impresa. Nulla però si dice a proposito dei lavoratori autonomi. Quindi non essendo stata esplicitata per essi una normativa analoga, gli studi di settore si applicheranno pienamente fin dal primo anno di cessazione del regime dei minimi. La conseguenza, dunque, sarà che i soggetti in questione dovranno opportunamente procedere alla rielaborazione dei dati contabili per poter consentire il corretto calcolo di Gerico. Insomma un’incombenza in più di cui tenere opportunamente conto.