Assicurazione sul prestito personale, quando serve davvero
Quando richiediamo un prestito personale possiamo stipulare una polizza assicurativa che tuteli sia noi sia la finanziaria. In un momento come questo, di grande incertezza economica e lavorativa, può essere utile investire in un’assicurazione sul prestito che intervenga nel momento in cui non dovessimo più riuscire a pagare le rate. Vediamo quando e perché.
Cos’è
Le assicurazioni sui prestiti personali intervengono nel momento in cui, per uno dei motivi previsti dal contratto di assicurazione, non riusciamo a pagare tutte le rate. Per i lavoratori autonomi sono facoltative (mentre non lo sono per i lavoratori dipendenti che optano per la cessione del quinto). Negli ultimi due anni, però, sempre più istituti di credito hanno iniziato a porre come condizione necessaria all’erogazione del finanziamento la stipula di una polizza, soprattutto se il nostro reddito è appena sufficiente a garantire alla banca che potremo rimborsare il nostro debito.
La formula più comune di polizza sui prestiti è la Cpi (Credit protection insurance). Questo tipo di assicurazione viene pagata assieme al prestito, quindi incide sul costo del nostro finanziamento, perché pagheremo cifre mensili un po’ più alte.
Alcune società di assicurazioni chiedono, invece, un premio unico e anticipato al posto del pagamento rateale.
Come funziona
L’Assicurazione pagherà tutte le rate che mancano o parte delle rate al posto nostro in caso di:
- decesso
- inabilità temporanea totale al lavoro (generalmente per 12 mensilità al massimo)
- invalidità totale e permanente
- perdita del lavoro (per un periodo superiore ad almeno 2 mesi)
- gravi e oggettive difficoltà economiche
Per ottenere la copertura dovremo dimostrare e documentare alla compagnia l’evento o gli eventi che ci impediscono di rimborsare il nostro prestito. Nel caso siano necessari accertamenti medici, i costi per farli sono tutti a nostro carico.
Attenzione! Alcune di queste polizze coprono nell’eventualità di perdita del lavoro solo i lavoratori dipendenti e non quelli autonomi.