Iva, accise e il paradosso del prezzo della benzina

Sembra incredibile, ma in questo nostro Paese i contribuenti possono rallegrarsi non quando una tassa viene abolita o diminuita, ma quando l’aggravio di un’imposta risulta inferiore a quello di un’altra. Insomma, bisogna sempre cercare il male minore, ed è proprio quello che è successo in questo caso a tutti gli automobilisti alle prese con il prezzo di benzina e gasolio. Ma cerchiamo di capire meglio cosa è accaduto e facciamo un passo indietro.
Un aumento Iva che doveva slittare
Tutto nasce dal progetto del governo di far slittare l’aumento dell’Iva, previsto per il primo ottobre, alla fine dell’anno. Tre mesi di salvezza per tutti i consumatori, che però alle casse dello Stato costano un miliardo di euro. Una cifra che bisogna dunque trovare per coprire i mancati introiti dell’Iva. Per farlo il governo sceglie una delle ricette più classiche: aumentare di due centesimi le accise dei carburanti. Insomma,benzina e gasolio,come accaduto già più e più volte in passato, diventano il parafulmine ideale ogni volta che ci sono soldi da rastrellare. Il destino però ha deciso diversamente, e qualche momento prima che il governo possa effettivamente dare il via libera a questo provvedimento, scatta la crisi, e tutto salta. Il risultato è che l’aumento dell’Iva parte regolarmente, ma su benzina e diesel gli effetti sono paradossalmente migliori di quelli previsti.
Meglio l’Iva delle accise
Conti alla mano infatti, risulta che i prezzi alla pompa sono saliti di 1,4-1,5 centesimi al litro. Quindi meno di quei due centesimi al litro che sarebbero scattati con il rincaro delle accise. Ma i vantaggi, se così possiamo chiamarli visto che sempre di aumenti parliamo, per gli automobilisti non finiscono qui. Se consideriamo infatti che comunque a gennaio l’aumento dell’Iva sarebbe comunque scattato, ci rendiamo conto che il risparmio è ancora maggiore. I due centesimi di accise infatti, come accade a tutte le accise imposte finora sui carburanti, da quelle per il terremoto di Messina a quelle per la missione in Libano fino ai giorni nostri, una volta applicati, non sarebbero stati più tolti. Questi ultimi dunque si sarebbero andati a sommare all’aumento dell’Iva che sarebbe comunque scattato a gennaio. Il risultato è che, a fronte di rincari che a gennaio del 2014 avrebbero potuto essere di almeno 3,5 centesimi al litro, gli automobilisti potranno esultare per un aggravio che sarà solo di 1,5 centesimi. Sempre di tasse si tratta, ma almeno questa volta il più sopra citato criterio del meno peggio ha funzionato.