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Banconote danneggiate, cosa fare per cambiarle

Banche 4 Gennaio 2014

Nello scorso anno il nostro sistema dei pagamenti ha assistito all’introduzione di una nuova banconota da 5 euro. Tra le cause che hanno favorito lo sbarco del nuovo “pezzo” da 5 euro all’interno dei nostri portafogli, anche il fatto che le banconote attualmente in circolazione erano evidentemente in corso di deterioramento.

Così come qualsiasi altro biglietto di carta, infatti, anche le banconote subiscono seri danni dovuti al loro uso e all’anzianità. Basti considerare che una banconota da 5 euro può subire ogni anno centinaia di “passaggi” di mano, e che non sempre i suoi momentanei possessori hanno la giusta cura nel mantenere intatto il prezioso foglietto di carta.

Cosa fare allora se entriamo in possesso di una banconota molto danneggiata, e non riusciamo a spenderla poiché ci viene rifiutata dai clienti?

 

Danneggiamento accidentale

La prima cosa che dobbiamo avere bene in mente è che la sostituzione di una banconota in euro è lecita e prevista dalle autorità monetarie, purché il danneggiamento sia avvenuto accidentalmente. Per avere qualche esempio a disposizione, pensiamo all’umidità e ai suoi effetti sulla carta, alle lacerazioni dovute a piegamenti e disattenzioni, lavaggi accidentali e a tutte quelle situazioni imprevedibili o inarrestabili.

In tutti questi casi, la nostra richiesta di sostituzione della banconota sarà facilmente accolta. Diverso è invece il discorso di un danneggiamento “volontario”: in questo caso, infatti, la banconota non potrà essere sostituita, e verrà trattenuta dalla banca senza rimborso. Ad ogni modo, occorre sottolineare come risulterà ben difficile andare a ricostruire la “causa” che ha originato il deterioramento della banconota, e la volontarietà o meno della stessa. Pertanto, è altrettanto difficile che la Banca possa rifiutarsi di sostituire una banconota danneggiata, sostenendo che siamo stati noi, con un atteggiamento volontario, a rovinarla.

 

Danneggiamento o mutilazione

Non tutte le banconote possono danneggiarsi allo stesso modo. Possiamo infatti avere tra le mani una banconota invecchiata, pasticciata in misura significativa o, addirittura, tagliata. La Banca d’Italia distingue i “danneggiamenti” in senso stretto dalle vere e proprie “mutilazioni”.

La banconota è “danneggiata” se è sporca, macchiata o scolorita. La banconota si dice invece “mutilata” se è priva di una parte. Ed è proprio la sostituzione di una banconota mutilata che può darci maggiori problemi, rispetto a quella semplicemente danneggiata: di norma, infatti, la Banca considera sostituibile solamente la banconota che mantiene almeno il 50% del suo aspetto originale. L’esperienza più recente ci conferma tuttavia che la Banca si dichiara disponibile a valutare anche casi di mutilazione perfino più pesante, a patto che si possa dimostrare di averla mutilata accidentalmente. In ogni caso, banconote pesantemente mutilate potrebbero non essere sostituite.

Se pertanto siamo in possesso di una banconota mutilata, è necessario conservare ciò che rimane della carta in una busta trasparente, evitando di ricorrere a soluzioni “riparatorie” amatoriali che avrebbero effetto contrario rispetto ai nostri intenti (quindi, non proviamo a incollare i pezzi separati della banconota, non usiamo nastri adesivi né altre sostanze, che avrebbero invece la conseguenza di rovinare definitivamente la banconota).

 

Sostituire la banconota danneggiata

Per sostituire la banconota danneggiata occorre seguire tre passaggi:

  1. recarci presso un qualsiasi sportello della Banca d’Italia (possiamo consultare l’elenco di quelli più vicini sul sito internet www.bancaditalia.it
  2. far esaminare la banconota da un impiegato addetto al controllo dei valori, che andrà a verificare se esistono i requisiti della rimborsabilità
  3. richiedere la sostituzione della banconota. La sostituzione avverrà immediatamente, senza ulteriori passaggi, dietro compilazione di un breve modulo.

 

Qualche particolarità

Le banconote danneggiate possono essere gratuitamente sostituite anche dalle singole banche. In questo caso non vi è un vero e proprio obbligo, ma possiamo comunque rivolgerci alla banca nella quale abbiamo il conto per poter sottoporre la nostra richiesta (o, eventualmente, chiedere di versare la banconota sul nostro conto corrente).

Le banche (o la stessa Banca d’Italia) che avessero particolari dubbi sulla possibilità di ottenere la sostituzione e il rimborso della banconota, tratterranno i nostri soldi in maniera temporanea. La verifica “definitiva” sulla rimborsabilità andrà infatti effettuata dall’Amministrazione Centrale della Banca d’Italia che, in caso positivo, andrà a restituirci il controvalore della banconota danneggiata.

Il rimborso è gratuito. L’unica eccezione è relativa alla banconota “macchiata” da dispositivi antirapina: in questo caso potrebbe infatti esserci richiesta una commissione specifica (comunque molto bassa, considerato che una recente decisione della Bce ne stabiliva la misura a 10 centesimi di euro per banconota). Inoltre, in tale ipotesi ci verrà domandata una valida spiegazione sul tipo di macchia e su come siamo entrati in possesso della banconota.

ATTENZIONE! Abbiamo pubblicato un nuovo articolo su questo tema!

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