Depositi bancari, riparte la caccia al rendimento

Rendimenti allettanti, di nuovo superiori a quelli dei Bot (Buoni ordinari del Tesoro). È ciò che offrono oggi i conti proposti da alcune banche, che fanno a gara per accaparrarsi nuovi clienti e raccogliere denaro fresco sul mercato. Nei mesi scorsi, con la crisi di Eurolandia, i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono saliti alle stelle e gli interessi garantiti dai Bot hanno sfiorato il 4% lordo su base annua (3,5% al netto delle tasse).
In questa situazione, molti depositi bancari (che offrono un rendimento tra il 3 e il 3,6% netto all’anno) risultavano meno interessanti non riuscendo a tenere il passo dei titoli di Stato. Poi il piano della Banca centrale europea (Bce) per salvare l’euro ha riportato un po’ di tranquillità sul mercato, facendo scendere sotto il 2% i rendimenti dei Bot. Per questo i depositi bancari sono tornati attraenti agli occhi di tutti quegli investitori che vogliono far fruttare la liquidità nel breve periodo, cioè nell’arco dei prossimi 12 o 24 mesi, senza mettere a rischio il capitale.
Gli istituti di credito che propongono questi prodotti sono ormai moltissimi. I conti attualmente più redditizi sono però quelli vincolati, cioè quelli che obbligano il risparmiatore a tenere ferme le giacenze per almeno due anni. È il caso del conto Rendimax proposto dalla veneziana Banca Ifis, che è vincolato per 24 mesi e offre un interesse del 4,85% lordo all’anno (3,9% al netto delle tasse). In sostanza, chi versa 10mila euro in questo deposito spunta un guadagno di 390 euro all’anno, che salgono a 3.900 euro se le giacenze ammontano a 100mila euro. Nella classifica dei rendimenti, segue a ruota ContosuIbl di Ibl Banca: un altro prodotto vincolato a 24 mesi che offre un tasso del 4,5% lordo (3,6% netto). Per chi vuole invece tenere “ferme” le somme di denaro per un periodo più breve, c’è il conto InMediolanum di Banca Mediolanum che è vincolato a 12 mesi e garantisce un interesse del 4,25% lordo (3,4% netto). Il che corrisponde a un rendimento di 340 euro netti, su un capitale investito di 10mila euro.