La scadenza dell’assegno circolare

Circolare o bancario? L’assegno può essere di due tipi. Il primo è quello più sicuro, ma anche il meno conosciuto. Meglio quindi saperne di più sul quasi misterioso oggetto: l’assegno circolare.
Che cosa è l’assegno circolare
Si tratta di un titolo di credito emesso direttamente dalla banca – e in ciò si differenzia dall’assegno bancario che viene invece staccato dal blocchetto del cliente – solo se sul conto corrente sono effettivamente disponibili i soldi. Per questa ragione l’assegno circolare è uno strumento di circolazione del denaro molto sicuro per chi lo riceve.
L’assegno circolare è un titolo di credito emesso direttamente dalla banca.
La partiva Iva che viene pagata con questo mezzo è infatti certa di essere coperta e di non rimanere scoperta. La banca avrà infatti stampato l’assegno solo dopo aver ottenuto i soldi dal richiedente. Più semplicemente, quando viene emesso l’assegno circolare la banca addebita sul conto corrente del richiedente la somma contenuta nell’assegno.
La banca stampa l’assegno solo dopo aver ottenuto i soldi dal richiedente.
Nel corso della sua attività il lavoratore autonomo si può trovare in una duplice situazione: ricevere un assegno circolare da un cliente, oppure richiedere un assegno circolare alla propria banca. In entrambe le circostanze una domanda sorge spontanea: l’importo contenuto nell’assegno circolare è destinato a durare per sempre? In parole povere: posso incassarlo quando voglio oppure c’è una scadenza? E ancora: se non lo consegno al cliente posso restituirlo alla banca?
Quando incassare l’assegno circolare?
L’assegno circolare scade (vale a dire non può essere più incassato) entro tre anni dalla sua emissione. Occhio, quindi: non da quando lo si riceve, ma da quando è stato stampato. Successivamente ai 3 anni, se l’importo non viene riscosso sarà segnalato al Ministero dell’Economia e, successivamente, versato al Fondo depositi dormienti.
L’assegno circolare scade (vale a dire non può essere più incassato) entro tre anni dalla sua emissione.
Quindi è fondamentale ricordarsi di incassare l’assegno circolare ricevuto dal cliente entro tre anni dalla sua emissione. L’incasso potrà avvenire tramite un cambio in contanti oppure il versamento sul conto corrente.
Posso restituire l’assegno circolare alla banca?
Passando al secondo aspetto, i tempi si allungano. È possibile infatti richiedere il rimborso del denaro pagato alla banca in cambio dell’emissione dell’assegno circolare entro 10 anni dal momento della consegna dell’assegno stesso. Di conseguenza, il richiedente dell’assegno circolare ha 7 anni di tempo in più rispetto al beneficiario per evitare che il titolo cada in prescrizione.
La via d’uscita
Da questa considerazione deriva una via d’uscita non banale. Se il lavoratore autonomo ha ricevuto un assegno circolare da più di tre anni, per evitare di farlo cadere in prescrizione, può chiedere al cliente che glielo aveva consegnato di domandare, a propria volta, alla banca il rimborso del denaro.
In questo caso infatti essendo la partita Iva il beneficiario dell’assegno circolare ed essendo passati più di tre anni, la banca rifiuterebbe il pagamento in caso di richiesta di incasso. Il cliente, invece, che è stato il richiedente dell’assegno circolare, potrà ottenerne il rimborso poiché il suo termine di prescrizione è decennale e non triennale.