Scandalo Mps: obbligazioni della banca, che fare?
Nessun buco, i conti sono in sofferenza, ma la banca è sana. È questo, in sostanza, il messaggio che il presidente del Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo, ha voluto mandare ai clienti e agli azionisti della società, dopo lo scandalo finanziario scoppiato alla fine di gennaio, che ha trascinato nella bufera l’ex-numero uno dell’istituto toscano, Giuseppe Mussari.
Vendere o non vendere?
Anche se il gruppo Mps non fallirà mai, le rassicurazioni di Profumo non hanno lasciato soddisfatti i molti investitori che hanno acquistato in passato le obbligazioni (bond) vendute allo sportello dalla banca senese. A tutti questi risparmiatori, l’associazione Altroconsumo ha consigliato senza mezzi termini di mettere al sicuro i soldi e vendere i bond di Mps. È una strategia giusta? Forse è bene non fare inutili allarmismi anche se va detta comunque una cosa: al di là degli sviluppi della vicenda di Mps (nella speranza che si concluda con il lieto fine), Altroconsumo ha indubbiamente messo in evidenza un difetto non da poco, che da sempre caratterizza le obbligazioni emesse da tutti gli isitituti di credito.
I rischi del bond nel portafoglio
Nell’eventualità di un crack della banca, i possessori dei bond rischiano, infatti, di rimanere con un pugno di mosche in mano e di perdere gran parte del capitale. Discorso diverso, invece, per altri prodotti del risparmio come i conti correnti e i conti di deposito, che sono protetti fino a 100mila euro da un organismo di garanzia: il Fondo Interbancario di Tutela dei depositanti (Fitd). Anche per i fondi comuni d’investimento e le polizze assicurative sulla vita, esiste una qualche forma di tutela dei risparmiatori: il patrimonio versato in questi prodotti, infatti, è rigidamente separato da quello dell’istituto finanziario che li vende. Per i possessori dei bond, invece no. Non esiste purtroppo alcuna forma di protezione, a parte il diritto per gli obbligazionisti a iscriversi nella lista dei cerditori della banca in stato di fallimento.
I consigli di Altroconsumo
Proprio per questo motivo, anche se un crack del Monte dei Paschi è un’ipotesi da scartare a priori, gli analisti di Altroconsumo hanno consigliato di liberarsi (se possibile) delle obbligazioni di Mps, per sostituirle con due alternative: un conto di deposito di un’altra banca (per chi ha comprato dei bond che scadono prima del 2015) oppure con un Btp (Buono del Tesoro Poliennale) di uguale scadenza (se le obbligazioni possedute hanno una data di rimborso superiore ai 3 anni). Nonostante queste avvertenze, i nostri connazionali non sembrano però intenzionati a voltare le spalle ai bond bancari. Tutti gli istituti di credito continuano infatti a vendere una montagna di obbligazioni allo sportello e trovano molti clienti ben disposti a comprarli. Oggi, il valore dei bond bancari posseduti dai risparmiatori della Penisola è infatti di circa 380 miliardi di euro: una cifra che corrisponde a più del 10-12% della ricchezza delle famiglie, contro i 180 miliardi investiti dai nostri connazionali nei titoli di Stato.
Che fare con le azioni
Un po’ più complessa è la situazione per chi ha comprato nei mesi scorsi le azioni del Monte dei Paschi di Siena. Dopo gli scandali finanziari, il titolo di Mps ha perso in borsa oltre il 19%. Oggi, alcune banche d’investimento consigliano ancora di tenere le azioni nel portafoglio mentre gli analisti di altre case d’affari, come Cheuvreux e Banca Akros, suggeriscono invece di venderlo, soprattutto per una ragione: prima della bufera giudiziaria, le azioni di Mps avevano attraversato una fase di forti rialzi. Chi lo ha comprato 6 mesi fa, per esempio, oggi guadagna ancora più il 33%. Adesso, vista l’aria che tira, secondo gli analisti è bene dunque accontentarsi dei guadagni già ottenuti.