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Scendono i tassi di interesse, ma per noi cambia nulla

Banche 6 Maggio 2013

Siamo alle solite. In Italia, quando si tratta di soldi, siamo nelle mani delle banche che da sempre non si sono rivelate affidabili. E ora, per l’ennesima volta, non possiamo che guardare agli istituti di credito per verificare gli effetti concreti che potranno determinarsi dal calo del costo del denaro deciso qualche giorno fa dalla Banca centrale europea (Bce). Il governatore Draghi ha infatti deciso di tagliare di uno 0,25% il tasso di interesse che le banche pagano per prendere il denaro dalla fonte principale di emissione, che è poi la Bce stessa. Ora pagheranno uno striminzito 0,50% di interesse, il valore più basso mai registrato da quando esiste l’euro. Sarebbe dunque ovvio immaginare che se le banche pagano di meno il denaro a loro volta dovranno prestarlo a tassi più bassi. Purtroppo, si tratta di un automatismo che in passato non sempre ha funzionato e che, anche questa volta, rischia di trovare l’ennesima conferma.Vediamo perché prendendo in considerazione le varie forme di concessione di credito che le banche mettono in atto verso consumatori e imprese, e quindi anche verso noi partite Iva.

 

Mutui

Nel caso di soggetti che avessero già contratto dei mutui con le banche, le speranze che il calo del costo del denaro possa avere effetti positivi sono praticamente nulle. Per chi infatti ha un mutuo a tasso fisso è ovvio che cambia niente. Per chi invece ha scelto il tasso variabile le note sono altrettanto deludenti, visto che il riferimento di questi mutui è il tasso Euribor che è rimasto invariato. Quindi anche in questo caso, se ci saranno le conseguenze saranno molto limitate. È stato stimato ad esempio che su un mutuo di 100mila euro, se ci saranno dei risparmi, saranno dell’ordine di 15 euro a rata. Insomma, la classica montagna che partorisce il topolino. Qualche sconto più sensibile potrà invece spuntarlo chi si accinge ora a contrarre un mutuo, visto che le condizioni di partenza sono un po’ più favorevoli. Molto però dipenderà dal comportamento delle banche.

 

Prestiti al consumo

Discorso analogo vale anche nel caso dei classici finanziamenti richiesti per l’acquisto di un’auto o di elettrodomestici. Anche in questo caso il ritocco del costo del denaro operato dalla Banca centrale europea non avrà effetto. Per questo tipo di prestiti, infatti, il tasso di riferimento è diverso da quello stabilito dalla Bce e dunque chiunque spera di trarre sollievo dalla decisione di Draghi si deve rassegnare.

 

Imprese e partite Iva, qualche tenue speranza

La vera piccola svolta potrebbe invece esserci per le imprese e per le piccole partite Iva che utilizzano le linee di credito per attività commerciali. Non a caso era proprio questo l’effetto più importante che la Bce voleva ottenere abbassando il tasso di interesse di riferimento per l’euro: fare in modo che le imprese e le partite Iva potessero accedere al credito in maniera più semplice per poter ridare fiato all’economia e contribuire alla crescita. La Cgia di Mestre ha stimato che le imprese, soprattutto quelle piccole, potrebbero registrare un risparmio di circa 2,39 miliardi di euro dal calo dei tassi di interesse. Questo significa per ciascuna azienda una riduzione della spesa media pari a 461 euro l’anno. Insomma, cifre un po’ più sostanziose. Tutto dipenderà come sempre dall’atteggiamento che le banche vorranno avere nei confronti di chi andrà a chiedere finanziamenti. Nessuna legge infatti impone agli istituti di credito di concedere linee di credito. E la concessione di prestiti, come ben sappiamo, è lasciata sempre e solo a discrezione dei funzionari di banca. In questo senso dunque il calo dei tassi di interesse potrebbe risolversi in un vantaggio per chi già possiede fidi accesi con una banca, mentre le porte resterebbero chiuse a chi magari si trova momentaneamente in difficoltà, per non parlare di chi invece decidesse in questo periodo di lanciarsi in una nuova attività. Insomma, siamo alle solite, sono le banche che decidono del nostro destino, e quello che fa la Bce ne influenza solo in minima parte i comportamenti. Purtroppo.

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