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Calano i tassi di interesse: nuove regole per usufrutto e rendite stabili nel DM 24 dicembre 2025

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Sonia Rinaldi

Roma, 30 dicembre 2025 – È ufficiale: con il Decreto Ministeriale del 24 dicembre 2025, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, entra in vigore un nuovo assetto normativo per la pubblica amministrazione. Una riorganizzazione attesa da tempo nei corridoi istituzionali di Roma che tocca punti cruciali del sistema amministrativo nazionale. Il decreto avrà effetti pratici e organizzativi su ministeri e uffici periferici.

Il DM che cambia le regole in gioco

Con la sua pubblicazione, il DM 24 dicembre 2025 diventa legge. Si interviene soprattutto sulla struttura interna dei dipartimenti ministeriali, con una nuova distribuzione delle competenze tra uffici e l’introduzione di procedure più precise per il coordinamento tra le varie articolazioni. Questa mattina fonti del Ministero della Pubblica Amministrazione hanno spiegato che il decreto, composto da 12 articoli e 4 allegati tecnici, è nato dalla necessità di semplificare le decisioni e tagliare le sovrapposizioni.

Il ministro ha spiegato in conferenza stampa che l’obiettivo è “mettere ordine nei ruoli” e “rafforzare il lavoro di squadra tra amministrazioni centrali e locali”. Tra le novità più importanti, un ruolo più forte per i direttori generali e nuovi metodi per valutare i risultati raggiunti.

Subito effetti nella macchina pubblica

Gli effetti del decreto si faranno sentire fin dai primi mesi del 2026. Secondo quanto previsto dal testo, alcuni uffici territoriali dovranno completare la riorganizzazione entro il 15 febbraio. Stamattina alle 9.30 i dirigenti regionali hanno ricevuto una circolare informativa. “Ci aspettiamo qualche difficoltà all’inizio”, ha detto un funzionario della Regione Lazio, “ma ora abbiamo regole più chiare”.

I sindacati restano vigili. Serena Rizzo, segretaria della FP Cgil, ha commentato: “È un passo atteso, ma fondamentale sarà coinvolgere davvero il personale nei tavoli tecnici”. Il confronto tra sindacati e istituzioni è già fissato per dopo l’Epifania.

Passaggi intermedi e controllo degli effetti

Nel decreto sono previste norme transitorie soprattutto per il trasferimento delle competenze tra uffici. I primi due articoli indicano tempi e modalità per ricollocare il personale coinvolto. Il Ministero tiene a sottolineare che ogni passaggio deve avvenire “senza interruzioni nei servizi all’utenza”, come si legge nella relazione tecnica allegata.

Restano però alcune incognite, legate soprattutto all’adeguamento informatico delle banche dati. In diversi punti si rimanda a linee guida dell’Agenzia per l’Italia Digitale, attese entro fine gennaio.

Reazioni tra politica e istituzioni

Il decreto non passa inosservato in politica. Dal Partito Democratico arrivano richieste di chiarimenti sui criteri scelti per la nomina delle nuove dirigenze. “Serve un’audizione in commissione”, dice la deputata Lucia Pini. La maggioranza invece apprezza: “Una riforma necessaria e ben studiata”, afferma il senatore Fabrizio Valli (Forza Italia).

Anche l’Associazione Nazionale Comuni Italiani segue con interesse le novità sui rapporti Stato-Enti Locali. Il presidente Decaro, contattato nel tardo pomeriggio, sottolinea come “le nuove disposizioni potranno facilitare la gestione delle risorse PNRR”.

Cosa succede adesso

Per mettere davvero in moto la riforma serviranno altri passi: una cabina di regia interministeriale e circolari specifiche per chiarire alcuni aspetti operativi. Fonti ministeriali annunciano una prima verifica a maggio, con un rapporto da presentare al Parlamento.

Il Decreto Ministeriale del 24 dicembre 2025 rappresenta dunque una tappa importante nella revisione dell’assetto organizzativo della pubblica amministrazione italiana. La vera prova però sarà far funzionare tutto sul campo: solo allora si capirà se i cambiamenti manterranno le promesse fatte dal Governo.

Sonia Rinaldi

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