Wikipedia: “le parole resteranno al centro di tutto”

Esino Lario, un piccolo paesino di 760 anime in provincia di Lecco, ha visto riempirsi le sue strade da oltre 300 mila persone per il Wikimania, il raduno mondiale dei volontari su cui si regge Wikipedia, l’enciclopedia digitale libera fondata ormai 15 anni fa da Jimmy Wales.
Interpellato riguardo il futuro della sua piattaforma e della tecnologia in generale, Jimbo ha scherzato affermando che tra qualche anno il suo rimarrà l’unico sito da leggere: non ne vuole proprio sapere di rinnovare nella forma Wikipedia, niente video, niente immagini ingombranti, non si piega alla rivoluzione dell’internet recente.
“Non credo che in futuro ci sarà spazio solo per questo tipo di contenuti, anzi, penso che le parole siano ancora incredibilmente importanti per noi e lo saranno sempre. Gli smartphone diventano sempre più economici e le connessioni più diffuse, non è difficile immaginare che tra venti o trent’anni internet sarà ovunque, un po’ come la radio lo è oggi.”
Ed è proprio la connessione tramite piattaforme mobile la vera e unica svolta che prenderà il sito, a partire dalla nuova app sviluppata dalla Wikimedia Foundation, come continua a spiegare Wales:
“Dobbiamo essere sicuri di riuscire a supportare e finanziare le nuove comunità in espansione e di avere una solida strategia mobile, perché la maggior parte degli individui si connetterà da smartphone. La nuova applicazione non è semplicemente la versione mobile del sito originale, per la prima volta abbiamo tenuto conto dell’esperienza degli utenti, ponendo una maggiore enfasi sulla foto e sulla pagina del giorno, proponendo dei contenuti basandosi sulle ricerche precedenti, in modo da offrire un’esperienza personalizzata.”
Inoltre, verrà semplificato anche il processo per creare o modificare una pagina, consentendo a chiunque di poter fornire il proprio aiuto senza richiedere chissà quali competenze informatiche, come ribadisce il fondatore “ci sono tante persone amanti della tecnologia ma che non sono pratiche con i vari tecnicismi, e l’enciclopedia ha bisogno di loro, delle loro conoscenze come del loro patrimonio culturale.”
Fonte: Repubblica