Aprire partita IVA: sei autonomo o imprenditore?

Abbiamo deciso di metterci in proprio e aprire partita Iva? Sappiamo già in che categoria ricade la nostra attività tra lavoratore autonomo oppure imprenditore individuale? Di primo acchito sembrerebbero la stessa cosa, a ben vedere le differenze non sono poche, soprattutto in campo fiscale (le tasse da pagare) e previdenziale (i contributi da versare per sperare un domani di avere la pensione).
Per capirci, l’imprenditore individuale è la partita Iva obbligata a iscriversi nel Registro delle imprese tenuto dalle Camere di commercio, quindi l’artigiano o il commerciante. Tutti gli altri sono invece lavoratori autonomi, pertanto non obbligati a iscriversi nel Registro.
La differenza tra le due categorie risiede esclusivamente nella tipologia dell’attività svolta. Non conta il fatto di avere dipendenti, piuttosto che l’ufficio o lo studio.
La differenza tra le due categorie risiede esclusivamente nella tipologia dell’attività svolta. Non conta il fatto di avere dipendenti, piuttosto che l’ufficio o lo studio.
Gli artigiani
Qualche esempio per capirsi meglio. Sono artigiani coloro che svolgono un’attività manuale o professionale in modo artigianale: idraulici, falegnami, muratori, gelatai, pasticceri, pastai, imbianchini, fabbri, elettricisti, meccanici, estetiste, parrucchieri, e cosi via. Sono commercianti coloro che acquistano merci prodotte da altri (e non da loro stessi) per poi rivenderle: grossisti, dettaglianti, ambulanti ma anche chi vende porta a porta o mediante distributori automatici.
I lavoratori autonomi
I lavoratori autonomi sono invece i professionisti iscritti in un Albo o in un Ordine (commercialisti, avvocati, medici, notai, geometri, agronomi, consulenti del lavoro, psicologi, giornalisti, architetti, ingegneri, dentisti, e così via), oppure tutta la marea dei consulenti che svolgono attività senza aver sostenuto alcun esame di abilitazione (consulente aziendale, tributario, informatico, editoriale, web master, solo per citarne alcuni) e di conseguenza non sono iscritti ad alcun Ordine.
Le differenze per il fisco
Chiarita la differenza tra le due categorie, veniamo alle peculiarità contributive e fiscali.
A livello previdenziale gli imprenditori individuali sono obbligati a iscriversi all’Inps nella gestione artigiani o commercianti. I lavoratori autonomi iscritti a un Ordine sono invece obbligati a iscriversi alla cassa previdenziale di riferimento. Infine i professionisti non iscritti a un Ordine devono obbligatoriamente versare i contributi alla gestione separata dell’Inps.
Gli imprenditori individuali sono obbligati a iscriversi all’Inps nella gestione artigiani o commercianti.
Dal punto di vista tributario, artigiani e commercianti pagano l’Irpef, calcolata sul reddito annuale inteso come differenza tra ricavi e costi di competenza. Per gli imprenditori individuali non conta quindi il momento del pagamento: i ricavi sono tassati anche se non incassati, mentre i costi possono essere dedotti anche se non pagati.
Per i professionisti vale il principio di cassa: ricavi tassati se incassati, costi dedotti se pagati.
Per i lavoratori autonomi invece il reddito è calcolato come differenza tra i compensi incassati nell’anno e i costi deducibili pagati nell’anno. Per i professionisti vale pertanto il principio di cassa: ricavi tassati se incassati, costi dedotti se pagati.
Ultima piccola differenza anche nella fatturazione. Artigiani e commercianti fatturano senza ritenuta d’acconto, mentre i lavoratori autonomi devono considerarla.