La maternità per le partite Iva

È stato ribattezzato “Jobs Act degli autonomi”, perché la legge approvata dal Parlamento a maggio 2017 contiene numerosi provvedimenti per coloro che lavorano ma non sono alle dipendenze di un datore di lavoro. Insomma tutti quelli che sono titolari di partita Iva. È stata dura, visto che il provvedimento ha impiegato quasi tre anni per vedere la luce (ma in Italia di questo non ci si stupisce più!), però alla fine la firma finale è arrivata.
La principale novità riguarda la maternità. Dopo un estenuante tira e molla alle lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata Inps (quindi non commercianti o artigiane e nemmeno registrate in un Albo professionale) sono stati riconosciuti due nuovi diritti: quello di poter continuare a lavorare percependo contemporaneamente l’indennità di maternità, e quello di concordare col committente di poter essere sostituite da una persona di fiducia in possesso delle medesime competenze professionali.
Cosa è cambiato per le mamme
Si tratta di un notevole passo in avanti che equipara le lavoratrici senza Ordine alle altre. In passato infatti le libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps potevano incassare l’indennità di maternità solo in caso di astensione dall’attività lavorativa. Artigiane e commercianti nonché libere professioniste iscritte agli Ordini potevano (e possono ancora) beneficiare invece dell’assegno indipendentemente dall’astensione dal lavoro.
In passato le libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps potevano incassare l’indennità di maternità solo in caso di astensione dall’attività lavorativa
Una buona notizia per tutti, quindi, visto che in questo modo la maternità obbligatoria di cinque mesi è diventata un diritto delle madri lavoratrici senza distinzioni.
L’assegno di maternità spetta anche in caso di adozione o affidamento, ma in questi caso con durata ridotta a tre mesi e solo se il minore ha meno di sei anni se italiano, o meno di 18 anni se straniero.
Come beneficiare della maternità
Per beneficiare dell’assegno di maternità ovviamente bisogna essere iscritte all’Inps e in regola con il versamento dei contributi. Occhio: le lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata dell’Inps devono aver versato anche il contributo per la maternità e non devono essere iscritte contemporaneamente ad un’altra gestione pensionistica obbligatoria. Inoltre devono aver versato almeno tre mesi di contributi nell’anno precedente l’inizio del congedo di maternità.
Per beneficiare dell’assegno è fondamentale essere iscritte all’Inps e in regola con il versamento dei contributi
L’indennità ammonta all’80% della retribuzione convenzionale giornaliera stabilita annualmente dalla legge, a seconda del tipo di lavoro autonomo svolto per artigiane e commercianti. Per le professioniste l’indennità è pari all’80% del reddito giornaliero (calcolato dividendo il reddito annuale per 365) prodotto nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo.
Il periodo di riferimento della maternità è di cinque mesi: i due mesi precedenti il parto e i tre successivi
La domanda va presentata alla sede Inps di residenza o di domicilio, dopo la data del parto e al massimo entro un anno dalla fine del periodo di maternità.