Roma, 24 novembre 2025 – I **fornitori** che lavorano con gli **esportatori abituali** devono stare molto attenti e fare controlli scrupolosi sui propri clienti per evitare brutte sorprese legate a possibili **frodi fiscali**. A ribadire questo punto è stata l’Agenzia delle Entrate, che ha sottolineato le responsabilità delle aziende italiane lungo tutta la filiera, soprattutto quando si tratta di operazioni con regime di non imponibilità IVA.
## Fornitori sotto la lente: il rischio frodi è concreto
Chi vende beni o servizi a un soggetto riconosciuto come **esportatore abituale** deve essere certo che quei beni finiscano davvero in operazioni di esportazione o equivalenti. Altrimenti, si rischia di finire coinvolti in meccanismi truffaldini, magari senza nemmeno rendersene conto. In questi casi entra in gioco il cosiddetto **plafond**: il cliente invia al fornitore una dichiarazione – spesso in formato digitale – che certifica la sua qualifica e gli consente di comprare senza pagare l’IVA.
Ma attenzione: come spiega un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, “il fornitore deve verificare che tutto abbia un senso e che l’attività di esportazione sia reale”. Se non lo fa, rischia contestazioni e multe pesanti nel caso in cui si scopra che quella dichiarazione d’intento era solo fumo negli occhi o che le esportazioni non sono mai partite.
## Plafond e dichiarazione d’intento: cosa fare davvero
L’iter prevede che l’**esportatore abituale** invii all’Agenzia delle Entrate una **dichiarazione d’intento**, comunicando la volontà di usare questo regime agevolato. Appena ricevuta, l’Agenzia rilascia una ricevuta con un codice da trasmettere al fornitore, che deve consultarla prima di emettere fatture senza IVA.
Negli ultimi mesi, però, da indagini svolte in province come Milano e Napoli sono saltati fuori casi in cui la comunicazione era solo una formalità, mentre le esportazioni vere non c’erano. In questi casi, se il fornitore non ha approfondito segnali sospetti – volumi anomali negli acquisti, clienti appena costituiti o con indirizzi poco chiari – può essere considerato parte del problema.
“Abbiamo visto un aumento netto delle contestazioni legate all’uso scorretto del plafond”, commenta Luigi Riva, commercialista romano. “Chi vende deve tenere sempre aggiornata la documentazione sul cliente e chiedere spiegazioni quando qualcosa non convince”.
## Non controllare costa caro: sanzioni dietro l’angolo
Le conseguenze per chi trascura i controlli possono essere pesanti. Secondo il Testo Unico IVA, chi permette l’applicazione del regime senza esserne sicuro rischia il recupero dell’imposta più multe salate. E se c’è dolo o complicità nella frode, si apre anche il fronte penale.
Il tema è tornato alla ribalta dopo una circolare dell’Agenzia delle Entrate arrivata a inizio novembre. Il documento invita le aziende a “rafforzare i controlli” sulle dichiarazioni ricevute. Intanto molte associazioni di categoria organizzano corsi e seminari per spiegare come muoversi correttamente nei rapporti con gli esportatori abituali.
## Come difendersi: consigli pratici per i fornitori
Gli esperti danno indicazioni semplici ma essenziali: conservare sempre copia delle dichiarazioni d’intento e delle ricevute; verificare periodicamente la posizione fiscale dei clienti attraverso visure o banche dati; segnalare subito se qualcosa sembra fuori posto.
“Non è solo una questione burocratica”, aggiunge Riva. “Fare le cose per bene protegge anche il fornitore stesso da guai futuri”.
Secondo i dati più recenti diffusi dall’Agenzia delle Entrate (15 novembre), in Italia ci sono circa 50mila imprese attive come esportatori abituali. Nel 2024 sono state scoperte irregolarità per oltre 120 milioni di euro.
## Controlli più duri all’orizzonte
Con i casi emersi e l’attenzione europea sulle frodi IVA in crescita, si annunciano controlli ancora più severi nei prossimi mesi. In Parlamento si discute di aumentare le sanzioni e introdurre sistemi automatici per individuare operazioni sospette.
Fino a quando non arriveranno nuove regole, il messaggio degli addetti ai lavori è chiaro: conviene sempre fare un controllo in più piuttosto che rischiare una multa pesante. Spesso infatti le responsabilità cadono su chi avrebbe potuto accorgersi della truffa prima che fosse troppo tardi.
Roma, 24 novembre 2025 – Un **accordo** è stato raggiunto oggi a Palazzo Chigi tra…
Milano, 24 novembre 2025 – Questa mattina a Milano è stata presentata una nuova piattaforma…
Milano, 24 novembre 2025 – I **fringe benefit** concessi ai dipendenti nel 2025 saranno **esenti…
Roma, 31 ottobre 2025 – **L’Associazione Nazionale Commercialisti** ha deciso di fare il punto sulla…
Milano, 24 novembre 2025 – Il **trasferimento di proprietà** di un bene, che sia una…
Roma, 4 novembre 2025 – Questa mattina a **Roma**, l’**Associazione Nazionale Commercialisti** ha chiesto con…