Roma, 2 dicembre 2025 – I rappresentanti delle categorie professionali legate agli Enti di previdenza privatizzati hanno annunciato oggi di aver chiesto ufficialmente un incontro con il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, e con il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, per discutere della delicata questione della vendita del patrimonio immobiliare. A prendere l’iniziativa sono stati soprattutto Raffaele Marcello, presidente di Unagraco – Unione Nazionale Commercialisti ed Esperti Contabili, insieme ai vertici delle principali associazioni di categoria. La richiesta arriva dopo settimane di polemiche e notizie spesso contrastanti sulla vendita degli immobili degli enti, che gli stessi definiscono come “oggetto di continua denigrazione e disinformazione”.
Il tema delle vendite del patrimonio immobiliare degli Enti privatizzati è tornato sotto i riflettori da qualche settimana, scatenando preoccupazioni tra gli iscritti e accendendo un acceso confronto tra le istituzioni locali. Secondo i rappresentanti dei commercialisti e degli esperti contabili, “le informazioni diffuse sui media hanno creato un clima di allarme sociale che non corrisponde né all’entità reale né alle modalità delle operazioni in corso”.
In una nota diffusa questa mattina, Marcello ha sottolineato che l’incontro serve “a chiarire la normativa vigente, i vincoli imposti dalla legge e il vero impatto sulle famiglie che abitano in questi immobili”. Un messaggio diretto sia agli inquilini sia all’opinione pubblica, dopo che alcune associazioni di cittadini hanno manifestato davanti alla sede dell’Enpam in via XX Settembre – uno dei principali enti coinvolti – chiedendo “garanzie sulla trasparenza delle vendite”.
Non è la prima volta che la questione arriva ai tavoli istituzionali. Già lo scorso ottobre il prefetto Pecoraro aveva incontrato una delegazione di affittuari preoccupati per possibili sfratti o aumenti dei canoni. Il Comune di Roma, dal canto suo, ha aperto un tavolo tecnico con le maggiori Casse di previdenza (tra cui Inarcassa, Enpap e Cassa Forense). Ma per i rappresentanti delle categorie professionali “serve un dialogo diretto per andare oltre le semplici dichiarazioni”.
Fonti vicine al Campidoglio rivelano che il sindaco Alemanno ha espresso “piena disponibilità a discutere soluzioni concrete per proteggere sia i diritti degli inquilini sia la sostenibilità economica degli enti”. Tra le ipotesi sul tavolo ci sono dismissioni graduali, prezzi calmierati e un coinvolgimento più attivo delle associazioni dei conduttori.
Da tempo i sindacati chiedono “più trasparenza” sulle modalità di vendita e su come vengono stabiliti i prezzi. Per Silvia Scandurra, segretaria romana della Sunia, “centinaia di famiglie rischiano di restare senza casa o dover affrontare spese fuori portata. Solo un confronto serio con le istituzioni può assicurare equità”.
Le organizzazioni professionali però ricordano che “le casse devono rispettare norme precise”, sottolineando che “gli enti hanno l’obbligo di garantire la sostenibilità delle pensioni dei loro iscritti”. Lo spiega bene Maurizio Gatti, vicepresidente nazionale di Inarcassa: è una questione delicata, un equilibrio tra i diritti consolidati degli affittuari storici e le esigenze finanziarie degli enti.
Secondo l’Osservatorio sulla previdenza privata, a Roma gli immobili gestiti dagli enti superano quota 16.000, con concentrazioni importanti nei quartieri Salario-Trieste, Prati e San Giovanni. Le vendite – partite già nel 1997 con la legge 410 – hanno riguardato finora meno della metà del patrimonio totale.
Nei prossimi giorni si attende la convocazione ufficiale da parte del prefetto Pecoraro. L’obiettivo dichiarato dai promotori dell’iniziativa è “ricostruire un clima di fiducia” evitando nuovi allarmismi. L’attenzione in città resta alta: solo ieri sera durante un’assemblea condominiale in via Tagliamento molti residenti hanno chiesto chiarimenti ai propri amministratori.
Nessuna soluzione definitiva è ancora sul tavolo ma – come ha detto Marcello al termine della nota – “il dialogo resta l’unica strada per affrontare una vicenda che tocca migliaia di cittadini e decine di enti”. Dalla Prefettura arriva prudenza (“valuteremo tempi e modi dell’incontro”), mentre dal Comune fanno sapere: “Siamo pronti a fare la nostra parte”.
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