Finanza

Doppia penalizzazione per chi sfiora questi redditi anche solo di 1 euro

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Antonia Festa

Chi supera una certa soglia di reddito perderà la possibilità di beneficiare del taglio del cuneo fiscale e della defiscalizzazione IRPEF. 

Le conseguenze del taglio del cuneo fiscale e della defiscalizzazione IRPEF non saranno, purtroppo, positive per tutti.

Non tutti i lavoratori hanno diritto al taglio del cuneo fiscale (lamiapartitaiva.it)

I contribuenti che superano il limite reddituale dei 35 mila euro perderanno gran parte dei benefici. Per i fortunati che usufruiranno delle misure, invece, sono previsti risparmi da 450 a 600 euro netti all’anno.

Di conseguenza, anche se la decontribuzione sullo stipendio dovesse diventare una misura perpetua, ci sarebbe un eccessivo squilibrio tra i beneficiari e gli esclusi, che superano la soglia dei 35 mila euro anche solo di 1 euro.

In questo modo, gli effetti potrebbero addirittura essere negativi, perché si aumenterebbero i tentativi di raggiro della normativa, si disincentiverebbe il lavoro e diventerebbe più complicato la stipula di accordi per i rinnovi contrattuali. A sollevare tali perplessità è stata Livia Cavallari, Presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

Per sopperire la perdita del taglio del cuneo fiscale sullo stipendio, le buste paghe lorde dovrebbero corrispondere almeno a 2 mila euro, nel caso di raggiungimento del limite dei 35 mila euro.

Taglio cuneo fiscale in busta paga: quali sono i vantaggi e in che modo si applica?

Per i dipendenti del settore privato, il taglio del cuneo fiscale viene determinato ogni mese sullo stipendio con:

Effetti positivi del taglio del cuneo fiscale (lamiapartitaiva.it)
  • imponibile previdenziale non superiore a 2.692 euro lordi al mese, con uno sconto contributivo del 6%, per una trattenuta ridotta al 3,19%;
  • imponibile previdenziale non superiore a 1.923 euro mensili lordi al mese, con uno sconto contributivo del 7%, per una trattenuta ridotta al 2,19%.

L’effetto dell’applicazione di una trattenuta inferiore sulla retribuzione comporta un aumento della stessa fino a 100 euro lordi al mese.

Lo sgravio contributivo, tuttavia, non spetta sempre ma può non sussistere per qualche mese. Se, appunto, si supera la soglia reddituale, non si può beneficiare della misura.

Questa disparità tra un mese e l’altro è la conseguenza del fatto che l’imponibile previdenziale non è sempre lo stesso ma può cambiare a seconda dei giorni di lavoro che sono stati realmente compiuti.

Coloro che rientrano nei limiti reddituali stabiliti dalla normativa hanno diritto allo sconto totale, ma il suo ammontare cala o aumenta a seconda dello stipendio percepito.

Il taglio del cuneo fiscale in maniera assoluta per gli imponibili di 25 mila euro comporta un risparmio compreso tra 60 e 70 euro. Per gli imponibili di 35 mila euro, invece, il risparmio va da 90 a 100 euro.

Tra questi due scaglioni ci sono, infine, le retribuzioni intermedie, per le quali i risparmi contributivi vengono equiparati alle retribuzione lorde spettanti.

Antonia Festa

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