Giuliano Cazzola (Lista Monti) risponde alle nostre domande

Il 24 e il 25 febbraio saremo chiamati alle urne per le elezioni politiche. La Mia Partita Iva pubblicherà le interviste agli esponenti più rappresentativi dei partiti che si presenteranno agli elettori.
Il nostro obiettivo è sapere quali sono le proposte contenute nel loro programma elettorale a favore di noi lavoratori autonomi.
Risponde alle nostre domande Giuliano Cazzola, candidato Lista Monti.
1) Spesso chi ha la partita Iva vive in assenza di forme di previdenza. In particolare sul fronte della disoccupazione (per chi rimane senza lavoro non gode della cassa integrazione) e poi della pensione (l’imposizione della gestione separata con la legge Fornero passerà nei prossimi anni dall’attuale 27 al 33%). Come andrebbero favoriti i lavoratori autonomi?
Non può affermare che ai titolari di partita Iva, se pagano i contributi alla gestione separata, non sia riconosciuta una pensione. Il problema riguarda invece la mancanza di altre forme di previdenza. Per dare un giudizio occorre aver presente la natura del rapporto, perché tutto sommato avere o non avere la partita IVA incide sulle modalità di remunerazione della prestazione. Se il rapporto sottostante è una collaborazione, ricordo che la legge Fornero ha introdotto dei criteri molto severi sanzionati con la presunzione di lavoro a tempo indeterminato. Il Parlamento, poi, è riuscito a salvaguardare lo spazio per le vere partite IVA, modificando i requisiti di legittimità un po’ assurdi contenuti nel disegno di legge iniziale. Faccio altresì notare il miglioramento dell’indennità una tantum erogata in caso di perdita del lavoro. Tutto ciò premesso, c’è ancora tanto da fare per tutelare adeguatamente il lavoro autonomo e parasubordinato.
2) La legge Fornero si è occupata anche dell’annosa questione delle finte partite iva. Secondo lei non rischia di penalizzare il lavoratore autonomo ponendo come limite 8 mesi di lavoro continuativo?
In materia, la legge Fornero è vittima di un pregiudizio: come se tutte le partite IVA fossero rapporti di lavoro dipendente truccati. Come ho detto prima, il Parlamento ha migliorato quella normativa. Ma credo che nella prossima legislatura, anche sulla base del monitoraggio a cui sarà sottoposta l’applicazione della legge, occorrerà riaprire quel capitolo.
3) Qual è la ricetta per migliorare il rapporto del lavoratore autonomo con il Fisco? Spesso si paga ancor prima di incassare…
Oltre ad una revisione di carattere generale delle aliquote, darei la priorità alla cosiddetta IVA per cassa (in questa legislatura, nell’ultima fase, sono già state assunte misure parziali) e alla correzione della base imponibile dell’IRAP
4) Considerato il numero attivo di Partite Iva in Italia, non trova che sarebbe doveroso rappresentare i lavoratori autonomi ai tavoli di concertazione tra governo e parti sociali?
Lei ha toccato un tasto importante. La concertazione aveva un senso venti anni fa quando le tre confederazioni sindacali e la Confindustria si arrogavano il diritto di rappresentare tutta la società italiana. Oggi non è più possibile assegnare loro questo ruolo. Ma è molto improbabile poter concertare con tanti interlocutori intorno ad un tavolo. Per questi motivi io preferisco sollecitare avvisi comuni da parte dei soggetti portatori di interessi, da sottoporre al potere politico quando deve prendere decisioni.
5) Considerata l’attuale situazione del mercato del lavoro, che praticamente ha reso una chimera le assunzioni a tempo indeterminato, come si può valorizzare il lavoro autonomo?
Io non credo alle forzature e non ho nostalgia di un tempo in cui tutti erano assunti a tempo indeterminato. Ricordo, però, che anche adesso la grande maggioranza dei lavoratori lavora a tempo indeterminato. Le differenze non possono essere arbitrariamente semplificate. Per unificare il mondo del lavoro oggi occorre agire sui diritti, riconoscere a tutte le tipologie di rapporto strumenti di protezione sociale il più possibile uniformi. E’ il nuovo welfare che deve riunire ciò che l’organizzazione del lavoro divide.
6) Il rapporto di lavoro autonomo è un’opportunità da non perdere per il nostro Paese perché viene incontro alle esigenze di modernizzazione delle economie avanzate alleggerendo fiscalmente le aziende pubbliche e private. Qual è la proposta per stimolarne e implementarne le attività?
Occorre creare delle sinergie, favorire i processi di rete interconnettendo le diverse professionalità allo scopo di fornire una gamma più completa di servizi.
7) Allo stato attuale, entro luglio 2013 l’Iva aumenterà di un punto percentuale. Il rischio di una contrazione dei consumi è alta, vista l’impossibilità di scaricare l’Iva in molti settori e per molte persone. Ci sarà, quindi, un aumento dei costi e un probabile aumento di evasori fiscali. Che cosa occorre fare secondo lei?
Fino ad ora siamo riusciti a posticipare questa scadenza. Mi auguro che tra qualche mese vi siano le condizioni per allontanare questo pericolo.