La pagella di Bobo Craxi
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È di sicuro interesse la proposta, anche se non viene spiegato come può essere attuata, di snellire la burocrazia che opprime i lavoratori autonomi e non solo loro. Sicuramente una tessera con microchip abbinata al codice fiscale avrebbe effetti benefici e modernizzatori.
Resta invece difficile da comprendere la posizione sulle forme di protezione delle partite Iva per quanto riguarda disoccupazione e pensioni. Non basta ripensare l’autonomo in quanto soggetto economico poiché non è mai stato pensato, o meglio preso in considerazione. E troppo facile immaginare che la partita Iva trovi vie alternative al sistema pensionistico pubblico al quale oggi è obbligata a versare il 27% dei suoi guadagni. Una quota che nel 2018 raggiungerà il 33%. Chi riuscirà a trovare il modo di eliminare l’obbligo meriterà un busto in bronzo fuori dalla sua abitazione. Il problema di intervenire sul pagamento delle tasse anticipato in base alla previsione di reddito non è affrontato: che cosa c’entrano con questo gli sprechi e la piaga dell’evasione fiscale? Infine è giusto pensare allo studio dei giovani che però nulla c’entra con la valorizzazione del lavoro indipendente già attivo sui mercati. Non si può infine non essere d’accordo con Craxi sul fatto che il Paese ha urgenza di risposte concrete e non di slogan demagogici. E non è possibile non condividere l’affermazione che per dare valore a una cosa bisogna conoscerla.