La pagella di Pezzotta
Leggi l’intervista a Savino Pezzotta
Di Savino Pezzotta si ricorda il contributo importante che ha dato al mondo del lavoro dipendente, quando ha ricoperto il ruolo di segretario generale della Cisl. Si può affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che abbia rappresentato quel mondo con onestà, forza e determinazione. Allo stesso tempo non si può non percepire quanto il suo passato gli sia rimasto addosso. Dal politico di oggi, però, ci si dovrebbe aspettare una visione a 360 gradi dei problemi rispetto a chi fatica a portare a casa la pagnotta. Per questo stupisce scoprire che il mondo degli altri lavoratori, quelli autonomi, sia così distante da lui.
È singolare che Pezzotta sostenga che prima di abbassare la pressione fiscale sui lavoratori indipendenti si debba stabilire oggettivamente che cosa è il lavoro autonomo.
Non aggiunge nulla di nuovo quando sostiene che i tempi delle burocrazia debbano avere procedure veloci per evitare di perdere opportunità e pazienza. Grazie, quello lo sappiamo anche noi. Sappiamo anche che i tempi di pagamento biblici soffocano la libera iniziativa.
Sarebbe stato interessante, invece, conoscere il pensiero e la ricetta di Pezzotta per porre fine allo scandalo di dover denunciare e pagare al Fisco in anticipo il reddito presunto.
Si può capire la sua caparbietà nello sponsorizzare per le assunzioni a tempo indeterminato e la fidelizzazione dei lavoratori alle aziende per le quali lavorano. Ma è inaccettabile l’affermazione che le imprese non possono vivere di lavoratori autonomi che vanno e vengono con l’aggravante che in certi casi costino più di un lavoratore dipendente. Qui non si parla di mega consulenti, bensì d’altro.
Qualcuno dovrebbe spiegargli che cosa sia l’intrapresa personale e perché debba essere sostenuta dalla politica indipendentemente dalle casacche che indossa.