Savino Pezzotta risponde alle nostre domande

Il 24 e il 25 febbraio saremo chiamati alle urne per le elezioni politiche. La Mia Partita Iva pubblicherà le interviste agli esponenti più rappresentativi dei partiti che si presenteranno agli elettori.
Il nostro obiettivo è sapere quali sono le proposte contenute nel loro programma elettorale a favore di noi lavoratori autonomi.
Risponde alle nostre domande Savino Pezzotta, ex Udc ora presidente del movimento “La Rosa per l’Italia”.
1) Nella stragrande maggioranza dei casi i detentori di partita Iva vivono in assenza di forme di protezione. In particolare sul fronte della disoccupazione (per esempio chi rimane senza lavoro non gode della cassa integrazione) e poi della pensione (per esempio l’imposizione della gestione separata con la legge Fornero passerà nei prossimi anni dall’attuale 27 al 33%). Qual è la proposta per favorire i lavoratori autonomi?
Il problema è che la Legge Fornero ha cercato di contenere dei fenomeni impropri per cui l’aumento della gestione separata è nato anche sulla base di alcuni abusi che si erano registrati. Una volta definito e stabilito oggettivamente che cos’è il lavoro autonomo si può anche pensare di operare un abbassamento della pressione fiscale. Credo che questa sia la strada più corretta, però bisogna distinguere seriamente il lavoro autonomo vero da quello fintamente autonomo.
2) I lavoratori autonomi sono sottoposti a un regime burocratico perverso che sottrae tempo prezioso al loro lavoro. Qual è la proposta per semplificargli la vita?
Per quanto riguarda lo snellimento della burocrazia penso che alcune cose siano state anche fatte, ma che in generale non si posa più continuare ad avere tutta una serie di modularità come quelle attuali. Occorre invece una procedura che sia veloce e non abbia tempi infiniti che fanno perdere, capacità, pazienza ma anche delle opportunità.
3) Ogni anno il Fisco chiede al lavoratore autonomo contemporaneamente al pagamento delle tasse anche la previsione del reddito che avrà accumulato nell’anno fiscale. In sostanza paga le tasse ancora prima di avere incassato quanto gli è dovuto, con l’aggravante di non sapere se incasserà davvero. Qual è la proposta per cambiare la situazione?
La questione principale è quella di garantire che il lavoratore autonomo riceva i soldi entro i giorni stabiliti al massimo trenta o sessanta, e non nei tempi assurdi che oggi registriamo e per i quali riceviamo anche qualche richiamo da parte dell’Unione europea. Già questo sarebbe un elemento utile.
4) Considerato il numero attivo di Partite Iva in Italia, sarebbe doveroso che i lavoratori autonomi fossero rappresentati ai tavoli della concertazione tra governo e parti sociali. Qual è la proposta?
Anche i lavoratori autonomi possono farsi rappresentare attraverso le associazioni dell’artigianato o le associazioni similari, ma non è possibile una tutela in termini individualistici: le tutele vere esistono se c’è un organizzazione, una sorta di sindacato dei lavoratori autonomi. La consultazione esiste se c’è una rappresentanza. Se i lavoratori autonomi non sono rappresentati è difficile che vengano sentiti, ma il problema è anche quello di come essere rappresentati: io so che ci sono associazioni dei lavoratori autonomi e probabilmente dovrebbero essere meno frammentate. Una rappresentanza unitaria dei lavoratori autonomi è utile e anche necessaria non solo dal punto di vista della tutela del lavoratore ma anche dal punto di vista di una visione più generale dei problemi.
5) Considerata l’attuale situazione del mercato del lavoro, che praticamente ha bandito le assunzioni a tempo indeterminato, qual è la proposta per valorizzare il lavoro autonomo?
Io starei attento a dire che le assunzioni a tempo indeterminato sono state bandite. Perché oggi la fidelizzazione del lavoratore è tutto: è anche una trasmissione di saperi e di conoscenze e non è un caso che una serie di imprenditori stiano andando proprio nella direzione di fidelizzare un nucleo sempre più esteso di lavoratori, nonostante la flessibilità contrattuale. Il posto fisso non sta morendo, ma si sta trasformando. Le imprese non possono vivere di lavoratori autonomi che vanno e vengono, hanno bisogno di creare con loro un rapporto continuativo se pur precario.
6) Il lavoro autonomo è un’opportunità da non perdere per il nostro Paese perché viene incontro alle esigenze di modernizzazione delle economie avanzate togliendo le castagne dal fuoco alle aziende pubbliche e private. Di più. Le partite Iva “classiche” sono quelle legate all’artigianato, al piccolo commercio e alla microimpresa. Quelle di nuova generazione sono invece in gran parte legate a professioni intellettuali e sono attive nel marketing, nella moda, nel design, nella comunicazione, nell’informatica, nella consulenza aziendale, nelle specializzazioni di medicina non convenzionale. Qual è la proposta per stimolarne e implementarne le attività?
Non sempre il lavoratore autonomo costa meno. La consulenza a partita Iva se viene utilizzata in forme improprie può essere anche economica per il datore di lavoro, ma se invece il lavoratore autonomo ha una professionalità di un certo tipo e la offre anche in modo esclusivo e il rapporto autonomo non è per il datore di lavoro una fuga dall’assunzione, questa può anche costare di più di un’assunzione perche dà di più al committente. Il lavoratore autonomo si tutela anche con il proprio livello di professionalità e per tanto credo che una delle cose che bisognerebbe fare per favorire l’occupazione sia proprio quella di incentivare elementi di formazione professionale più elevati.