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La Mia Partita IVA • News • Elezioni 2013 • Stefano Fassina (Pd) risponde alle nostre domande

Stefano Fassina (Pd) risponde alle nostre domande

Elezioni 2013 1 Febbraio 2013

Il 24 e il 25 febbraio saremo chiamati alle urne per le elezioni politiche. La Mia Partita Iva  pubblicherà le interviste agli esponenti più rappresentativi dei partiti che si presenteranno agli elettori.
Il nostro obiettivo è sapere quali sono le proposte contenute nel loro programma elettorale a favore di noi lavoratori autonomi.

Risponde alle nostre domande Stefano Fassina, responsabile economico del Pd.

 

1) Nella stragrande maggioranza dei casi il detentore di Partita Iva vive in assenza di forme di protezione. In particolare sul fronte della disoccupazione (se rimane senza lavoro non gode della cassa integrazione) e poi della pensione (l’imposizione della gestione separata con la legge Fornero passerà nei prossimi anni dall’attuale 27 al 33%). Avete un piano per favorire i lavoratori autonomi?

Le proposte del PD, approvate nelle varie Assemblee nazionali, al riguardo parlano chiaro: graduale introduzione di una base di “diritti di cittadinanza” per tutte le forme di lavoro, comprese le imprese individuali, in materia di garanzia del reddito, malattia, infortuni, riposo psicofisico, maternità; in particolare, universalizzazione dell’indennità di disoccupazione, anche nei confronti del lavoro autonomo e professionale. Riguardo la riforma Fornero noi siamo per una cancellazione di questo aumento contributivo e per un allineamento graduale ad un livello intermedio tra le varie tipologie contrattuali, lavoro autonomo compreso.

 

2) Cercando di colpire le Partite Iva “finte” la legge Fornero ha colpito soprattutto quelle “vere”: pensate di rimettere mano alla Riforma del lavoro almeno su questo aspetto?

Al riguardo va precisato che la riforma Fornero penalizza le partite Iva che hanno un reddito sotto i 18.000 euro annui e una bassa professionalità. Quindi riguardo queste figure siamo disponibili ad aggiustamenti che riducano le rigidità. Riguardo le finte partita iva non bisogna commettere l’errore di criminalizzare le partite iva in generale, ma bisogna perseguire gli abusi per evitare che si utilizzi questa fondamentale forma di lavoro autonomo per dissimulare forme di lavoro dipendente senza nessun grado di autonomia o professionalità.

 

 

3) Ogni anno il fisco chiede al lavoratore autonomo non solo il pagamento delle tasse, ma anche la previsione del reddito che avrà accumulato nell’anno fiscale. In sostanza paga le tasse ancora prima di avere incassato quanto gli è dovuto con l’aggravante di non sapere se incasserà davvero. Avete intenzione di fare qualcosa per cambiare la situazione?

In primis la colpa in questo caso non è imputabile al fisco in quanto tale, ma ai committenti che pagano a 6 mesi, e sempre più spesso oltre il limite fissato. Al riguardo noi abbiamo avanzato la proposta del pagamento dell’Iva all’incasso. Altre proposte al riguardo sono contenute nello Statuto del lavoro autonomo depositato in Senato dal PD: riordino della disciplina dei pagamenti dei crediti dei lavoratori autonomi nei confronti delle pubbliche amministrazioni e delle imprese committenti, orientato a definire condizioni e termini peculiari per i crediti maturati dai lavoratori autonomi, e ad introdurre procedure arbitrali per la soluzione rapida delle controversie relative ai mancati o ritardati pagamenti. Quanto alle pubbliche amministrazioni è riconosciuto ai prestatori di lavoro autonomo un diritto di prelazione nell’accesso al pagamento dei crediti, ed è stabilito l’obbligo per i responsabili dei centri di spesa di predisporre strumenti di monitoraggio circa il rispetto della disciplina vigente, finalizzati ad attivare le procedure di responsabilità per i casi di inosservanza. Si stabilisce, infine, che nell’ambito della procedura fallimentare i crediti di lavoro autonomo siano assistiti da privilegio generale al pari dei crediti di lavoro dipendente.

 

 

4) Considerato il numero attivo di Partite Iva in Italia, non le sembrerebbe opportuno che i lavoratori autonomi fossero rappresentati ai tavoli della concertazione tra governo e parti sociali?

 Il PD, nel momento in cui andrà al governo è consapevole che bisogna aprire la concertazione alla più ampia delle platee. Anche perché, come partito, ha l’obiettivo di rappresentare tutti i soggetti economici e sociali disponibili alla modernizzazione del Paese,  aperti alla necessità di collocare legittimi interessi parziali in una strategia di riforme, orientata all’interesse generale, ad un’idea di bene comune, indipendentemente dalla categoria economica di appartenenza. In tale quadro, il PD vuole rappresentare e dare la giusta rappresentanza anche al variegato universo delle partite Iva, fattore fondamentale nell’economia del nostro paese.

 

 

5) In considerazione dell’attuale situazione del mercato del lavoro, che praticamente ha bandito le assunzioni a tempo indeterminato, che cosa intende fare il suo partito per valorizzare il lavoro autonomo?

Riguardo la valorizzazione del lavoro autonomo abbiamo avanzato varie proposte riassunte nello Statuto dei lavori autonomi. Certamente fondamentali al riguardo sono sostegni alla qualificazione e riqualificazione delle competenze necessarie all’attività svolta, con interventi attivabili da Stato e Regioni, attingendo anche a fondi europei. I sostegni consistono, in particolare, nell’incremento delle deduzioni dalla base imponibile delle spese per la formazione, compresa l’alta formazione, di maggiore intensità se la formazione è svolta da enti o strutture accreditate; nonché in voucher formativi e nella predisposizione di percorsi formativi dedicati, gratuiti o a costi ridotti, inoltre promozione delle opportunità di impiego e della mobilità dei lavoratori autonomi, attraverso l’istituzione di servizi dedicati, osservatori e sportelli unici, preposti a facilitare l’accesso dei lavoratori autonomi alle opportunità di mercato, al credito, alle incentivazioni e alle informazioni relative agli appalti pubblici.

 

 

6) Il suo partito non ritiene che il lavoro autonomo sia un’opportunità da non perdere per il nostro Paese perché viene incontro alle esigenze di modernizzazione delle economie avanzate togliendo le castagne dal fuoco alle aziende pubbliche e private?

Nei suoi vari documenti il PD ha immaginato tutta una serie di proposte interessanti al riguardo. Per brevità ne cito alcune: riduzione dell’imposizione gravante sulle attività di lavoro autonomo, attraverso l’incremento delle deduzioni dalla base imponibile ai fini IRAP; sostegno alla predisposizione di schemi contrattuali con la clientela , che prevedano clausole volontarie di conciliazione e di arbitrato in forme e con modalità definite, in accordo con le organizzazioni rappresentative delle categorie interessate; semplificazioni degli adempimenti amministrativi; riordino della disciplina in materia di erogazione e garanzia del credito ai lavoratori autonomi, allo scopo di sostenere i processi di qualificazione e aggregazione dei confidi e riconoscere agli stessi la possibilità di erogare direttamente garanzie e finanziamenti ai lavoratori autonomi; misure per favorire un accesso non discriminatorio dei lavoratori autonomi alle commesse e appalti pubblici.

 

 Leggi la nostra pagella all’intervista

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