Spesometro, salta la scadenza del 30 aprile. E ora i correttivi
Lo spesometro rischiava di trasformarsi nel solito pasticcio all’italiana tra cambiamenti in corsa e modifiche dell’ultimo minuto. È anche per questo che l’Agenzia delle Entrate ha annunciato che la scadenza del 30 aprile per comunicare le operazioni rilevanti ai fini Iva effettuate l’anno scorso “non è più valida” e che arriverà un “successivo provvedimento del direttore dell’Agenzia” per fissare un nuovo termine e approvare il modello con il quale andrà effettuata la comunicazione. Una presa di posizione che potrebbe essere utile non solo per concedere più tempo ai contribuenti, imprese e professionisti, per adeguarsi alle nuove norme, ma anche per apportare i correttivi suggeriti al Fisco dalle categorie soggette allo spesometro.
Nuove norme sulla fatturazione
Le nuove regole stabilite per lo spesometro prevedono che si debbano comunicare tutte le fatture emesse tra imprese (modalità business-to-business), anche quelle inferiori a 3.000 euro che un tempo erano escluse dal computo. Per quanto riguarda le fatture verso privati (modalità business-to-consumer), resta valido il limite di 3.600 euro sotto il quale le transazioni che non prevedono fattura sono escluse dalla comunicazione. Come si capisce la nuova normativa, soprattutto nella versione business-to-business, ha aumentato enormemente il numero delle comunicazioni da presentare con lo spesometro, anche se ha annullato il lavoro di selezione delle varie fatture in base al loro valore economico.
Passi in avanti in favore dei piccoli
Con la decisione di ritardare il via libera al nuovo spesometro, si creano le condizioni ideali affinché si possano introdurre altre modifiche che possano semplificare la vita, soprattutto ai piccoli operatori, nel caso specifico parliamo di professionisti e quindi di piccole partite Iva. Un primo passo è rappresentato da un provvedimento che semplifica il lavoro a chi svolge attività di locazione o di noleggio. Questa è la chiara conferma che il nuovo modello di dichiarazione per lo spesometro è ancora in fase di definizione e che ci sono ampi spazi per adottare altre forme di semplificazioni. Per esempio, le piccole partite Iva chiedono di introdurre un limite minimo di fatturato annuo al di sotto del quale lo spesometro non deve essere presentato. In alternativa la proposta è di estendere la soglia di 3.600 euro anche a chi non è esonerato dalla fatturazione. In questo modo le piccole partite Iva, per esempio un professionista con tante fatture da pochi euro, uscirebbero dall’obbligo di spesometro, mentre le imprese più organizzate a livello informatico trasmetterebbero in blocco il file con tutte le operazioni dell’anno.
Altre possibili novità
Ma i possibili aggiustamenti non finiscono qui. Uno sforzo ulteriore si potrebbe fare soprattutto a livello informatico per facilitare la standardizzazione delle procedure di compilazione. La richiesta, che arriva ancora una volta dalle piccole partite Iva, è che modelli e relativi software da utilizzare per la compilazione dello spesometro siano uniformi nella grafica e nei tracciati. Ancora meglio se si arrivasse alla decisione di mettere a disposizione gratuitamente i programmi di compilazione standardizzati, possibilmente interfacciabili con i software contabili. Se poi si riuscisse anche a stabilire un calendario fisso e meglio ponderato rispetto alle altre scadenze fiscali, per la presentazione dello spesometro, il menù sarebbe davvero completo. C’è da sperare dunque che l’Agenzia delle Entrate lavori per apportare anche solo una parte di queste richieste di semplificazione.