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Social Lending: funziona così il prestito sociale

Finanziamenti 28 Ottobre 2013 Valentina Caruso

Se abbiamo bisogno di liquidità o vogliamo investire nella nostra azienda, ma banche e istituti di credito sono restii a concederci un prestito, proviamo con il social lending (letteralmente “prestito sociale”).
Attraverso le piattaforme di social lending i privati possono prestare soldi ad altri privati sotto la vigilanza della Banca d’Italia.

 

 

Come funziona

Il social lending è una forma di prestito tra individui: l’incontro tra prestatori e richiedenti avviene direttamente su internet senza l’intermediazione di una banca. Con il prestito sociale l’accesso al credito è più veloce e possibile anche per partite iva, precari e lavoratori atipici. Inoltre, i tassi di interesse da pagare sono – in media – inferiori di 1-2 punti percentuali rispetto a quelli praticati dalle società finanziarie per i prestiti dello stesso tipo. Anche le spese di apertura e gestione della pratica sono inferiori se confrontate alla media degli istituti di credito.

 

Chiedere un prestito

I tempi per ottenere un prestito possono essere molto veloci, nel migliore dei casi la pratica viene espletata in sole 24 ore. Una volta fatta la richiesta, se la nostra capacità di ripagare il prestito (solvibilità) verrà valutata positivamente, verremo assegnati a una classe di rischio e avremo la possibilità di ricevere la somma che ci serve. Le classi di rischio vengono calcolate dagli operatori delle piattaforme incrociando le informazioni sul nostro conto con le banche dati dei sistemi creditizi (Crif). In base alle classe che ci viene assegnata pagheremo un interesse più o meno alto.
I requisiti per accedere al prestito sono:
• maggiore età
• residenza in Italia
• reddito dimostrabile
• livello di indebitamento sostenibile – la somma di tutti i nostri prestiti, compreso quello che stiamo chiedendo non dovrebbe superare il 40-50% delle nostre entrate mensili
• buona posizione creditizia – non dobbiamo essere segnalati nelle banche dati del credito come cattivi pagatori
Se le nostre condizioni lavorative sono precarie gli operatori della piattaforma possono decidere comunque di concederci il prestito richiesto, ma verremo inseriti nella classe di rischio più alta e pagheremo di conseguenza gli interessi maggiori tra quelli previsti.

 

Prestito sociale in Italia

Il social lending è arrivato in Italia nel 2007; quell’anno c’erano due operatori principali sul mercato, Boober e Zopa Italia. La Banca d’Italia ha poi revocato l’autorizzazione ad entrambi, anche se per motivi differenti. Nel 2010 è stata inaugurata una nuova piattaforma di prestito sociale, Prestiamoci, alla quale si è affiancata nel 2012 Smartika, una versione rinnovata di Zopa Italia, entrambe hanno ottenuto le debite autorizzazioni dalla Banca d’Italia.

Le due piattaforme lavorano in modo diverso. Prestiamoci funziona in modo molto simile ai siti di crowdfunding del tipo “tutto o niente”. Dobbiamo esporre agli investitori del portale il nostro progetto: se piacerà e raggiungeremo il 100% della cifra richiesta con il contributo di più finanziatori otterremo quanto ci serve. Per saperne di più leggiamo qui. Smartika, invece, concede i prestiti secondo un sistema tradizionale: esegue dei controlli preliminari e, se abbiamo tutte le carte in regola, versa direttamente sul nostro conto la somma richiesta.
La richiesta di prestito è gratuita e senza impegno, vale la pena provare…
Prestiamoci
Smartika
Per capire meglio come funziona ciascuna piattaforma leggiamo qui.

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