Addio a Imu e Tares, ma attenzione alla Trise
Quante volte, parlando di tasse, abbiamo usato la metafora del gioco delle tre carte per spiegare come si facesse uscire dalla porta una tassa che rientrava dalla finestra. Ebbene, mai come nel caso di cui stiamo per parlare la metafora ritorna quanto mai utile. E sì perché ad entrare e ad uscire di scena sono proprio tre tasse: per un’Imu sulla prima casa e una Tares (la tassa sull’immondizia) che spariscono, ecco infatti come d’incanto apparire una terza, nuova entità fiscale: la Trise. E come non rifarsi al gioco delle tre carte, quando la semplice sostituzione di un’imposta con un’altra, vorrebbe essere spacciata dal governo per un’abolizione? Ma vediamo allora nel dettaglio cosa è successo.
Imu e Tares sostituite dalla Trise
Tecnicamente, con la nuova Legge di stabilità, il Consiglio dei ministri ha deciso di abolire l’Imu sulla prima casa, fermo restando che essa continuerà a valere per abitazioni di lusso, ville di pregio e castelli e per le seconde case. Insieme ad essa cambierà pelle anche la Tares, la tassa sull’immondizia introdotta solo quest’anno ma che già saluta i contribuenti. Ma non certo per lasciare un vuoto, anzi, tutt’altro. A prendere il posto delle due citate tasse, sarà una nuova imposta detta Trise, Tributo sui servizi comunali. A sua volta la Trise, in una sorta di vera e propria babele fiscale, sarà composta da due altre imposte: la Tari e la Tasi. La prima, il tributo sui rifiuti, tecnicamente prende il posto della Tares, e servirà per finanziare la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. La seconda invece, la tassa sui servizi cosiddetti indivisibili, servirà a pagare, a livello sempre comunale, la manutenzione delle strade oppure l’illuminazione pubblica.
Chi ci rimette?
Cominciamo con il dire che da questa piccola rivoluzione, che al momento appare solo di forma ma non di sostanza, nessuno ci guadagnerà, anzi appare chiaro fin d’ora che alcuni contribuenti, sembrerà assurdo, ma rimpiangeranno l’Imu. La meglio, si fa per dire, dovrebbe andare ai proprietari di prima casa che vivono nella propria abitazione. Essi infatti saranno chiamati a pagare la Tari e la Tasi, che secondo quanto trapelato finora, dovrebbero attestarsi complessivamente allo stesso livello finanziario dell’Imu. Meno positiva appare la situazione dei proprietari di seconda casa sfitta, che dovranno su di essa invece continuare a pagare l’Imu, a cui si aggiungerà tanto la Tasi che la Tari. La peggio però in assoluto dovrebbe andare agli inquilini. Questi ultimi infatti saranno chiamati a pagare innanzitutto la Tari, come accade ora con la Tares, ma in più dovranno sostenere il peso di una quota preponderante (si parla del 70%) della Tasi, la cui parte restante sarà a carico del proprietario. Insomma, come accennato, alla fine da questo turbinio di nuove tasse, nessuno potrà cantare vittoria, e anzi alcuni contribuenti vedranno al propria posizione economica peggiorare, e anche di molto.