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Agenti del Fisco: basta solo un’autorizzazione per più ispezioni

Fisco 18 Luglio 2013

Paghi uno, prendi tre. Così si può sintetizzare l’ultima sentenza della Corte di Cassazione in tema di procedure fiscali, la numero 17357 del 16 luglio. Una decisione freschissima che concede alle autorità fiscali di entrare anche più volte in casa di un contribuente o presso la sede di una qualsiasi attività lavorativa, impresa o studio professionale, con una sola autorizzazione.

 

La Guardia di Finanza bussa sempre due volte

La vicenda nasce dal ricorso di un contribuente che aveva dovuto fare i conti con un’ispezione della Guardia di Finanza a cui ne era seguita una seconda che era stata giustificata con la medesima autorizzazione esibita in occasione della prima visita. Vale la pena di ricordare che, secondo quanto stabilito dall’art. 52 del DPR 633/1972, i controlli di Guardia di Finanza o di funzionari dell’Agenzia delle Entrate devono essere autorizzati in via preventiva con un apposito atto rilasciato dal capo dell’ufficio dal quale dipendono. Il contribuente oggetto della doppia perquisizione, attuata con una sola autorizzazione, ha contestato la legittimità della seconda ispezione dalla quale era derivato un avviso di accertamento, che a sua volta, essendo illegittimi i presupposti con cui era stato determinato, non poteva che essere nullo. Da qui il ricorso alla Corte di Cassazione che però, ha dato ragione all’amministrazione fiscale.

 

Un solo ordine di servizio per più controlli

Secondo il giudice supremo, l’art. 52 sopra citato non prevede in maniera specifica che servano singole autorizzazioni per ciascun controllo messo in atto dalle autorità fiscali. Anzi, si presuppone che l’ordine di servizio approvato preveda più accessi di ispettori e funzionari, soprattutto se, per la complessità della vicenda indagata, c’è appunto necessità di recarsi più volte presso l’abitazione o la sede lavorativa di un contribuente. Il presupposto, come sembra almeno di capire dalla sentenza, è che ci debba essere unitarietà di azione nelle ispezioni messe in atto. Una considerazione che presupporrebbe che se un contribuente viene ispezionato per irregolarità sul reddito, e poi per il mancato pagamento di un’imposta, ci debbano essere due ordini di servizio diversi che autorizzano i due controlli. Su questa distinzione però la Cassazione non si è espressa in maniera esplicita.

 

A tutto c’è un limite

Di fronte a questo evidente strapotere dell’autorità fiscale è bene ricordare che un limite temporale a questi accessi esiste. È evidente che un unico ordine di servizio non può dare luogo a una sorta di autorizzazione a tempo illimitato, che possa permettere ad esempio per mesi a militari della Guardia di Finanza di accedere ad abitazione o sede di lavoro di un contribuente. A questo proposito l’art. 12, comma 5 dello Statuto del contribuente (L. 212/2000), prevede che la permanenza di ispettori presso la sede del contribuente non può essere superiore ai 30 giorni lavorativi effettivi, prorogabili di ulteriori 30. Se poi si tratta di controlli nei confronti di contribuenti in contabilità semplificata o lavoratori autonomi, il limite scende a 15 giorni, prorogabili di ulteriori 15, comunque nell’arco di un trimestre. Insomma una piccola consolazione, di fronte al fatto che nel breve volgere di qualche giorno potremmo trovarci a dover fare i conti con più e più visite di ispettori interessati alla nostra situazione fiscale.

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