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Avviso a Equitalia: via gli artigli dalla prima casa!

Fisco 29 Maggio 2013

Continua il fuoco di sbarramento contro i metodi di riscossione dei tributi adottati da Equitalia, ritenuti sempre più oppressivi da tutti i contribuenti. Qualche tempo fa era stato lo stesso amministratore delegato di Equitalia, Benedetto Mineo, a inviare una lettera a tutti i dipendenti delle varie sedi locali, per invitarli ad avere atteggiamenti più sensibili nei confronti dei cittadini alle prese con l’attuale grave crisi economica. Un’iniziativa che rappresentava il segno più evidente di come ormai all’interno dello stesso Ente ci fosse l’impressione che certe pratiche aggressive nei confronti dei contribuenti debitori non avevano più alcun senso. Ora anche la politica decide di raccogliere il grido di dolore che arriva da migliaia di contribuenti, imprese, lavoratori autonomi e famiglie, messe letteralmente sul lastrico da un Fisco che non vuole sentire ragioni.

 

Una risoluzione per impegnare il governo

Il primo segnale di come la politica voglia davvero mettere mano alla questione Equitalia, è arrivato qualche giorno fa. Alla commissione Finanze della Camera è stata approvata una risoluzione che impegna il governo ad intervenire nei confronti di Equitalia. All’esecutivo Letta non sono state fatte delle richieste generiche, ma è stata fornita una lista di cose molto pratiche da fare, e che se attuate, in tempi rapidi potrebbero finalmente dare all’attività di Equitalia un volto più umano e meno terrificante di quello assunto finora. Vediamo nel dettaglio quali sono i punti principali di questa risoluzione.

 

Diminuire gli interessi che vanno a Equitalia

La prima mossa da attuare, secondo la Commissione Finanze, è intervenire sul cosiddetto aggio. Con questo termine si indicano gli interessi che l’Ente di riscossione, in questo caso Equitalia appunto, tiene per sé quando effettua il recupero di un credito. Fino a qualche tempo fa la quota in questione era del 9%, una percentuale che in tempi recenti è stata portata all’8%. Anche questo livello di aggio però è ritenuto dal Parlamento troppo alto, e si chiede dunque al governo di abbassare ulteriormente l’asticella, con tutti i benefici immaginabili per i contribuenti debitori.

 

La prima casa non si tocca

La seconda richiesta riguarda invece la salvaguardia di quello che può essere considerato il patrimonio intoccabile di ciascun cittadino, ossia l’abitazione principale in cui vive. La commissione Finanze ha chiesto al governo di stabilire che l’immobile non sia pignorabile. In pratica d’ora in poi Equitalia non potrà più mettere ipoteche o espropriare della prima casa un qualsiasi contribuente non  in regola con i pagamenti.

 

Rateizzazione lunga

Allungare i tempi per poter far fronte alle esose richieste di Equitalia è un altro argomento ritenuto fondamentale da tanti contribuenti. Non a caso, in maniera del tutto autonoma, qualche tempo fa, la stessa Equitalia aveva deciso di permettere la rateizzazione per debiti superiori ai 20mila euro, limite precedentemente in vigore. La quota era stata innalzata fino a 50mila euro. Una scelta che secondo la commissione Finanze va nella giusta direzione, ma si chiede al governo di fare di più, aumentando soprattutto il numero delle rate e i tempi tecnici entro cui il contribuente deve rientrare. Sarebbe un altro modo pratico e veloce, per alleggerire il peso finanziario a cui sono sottoposte molte famiglie e tante piccole imprese.

 

Con il ricorso niente anticipo

L’ultima richiesta di intervento urgente, riguarda una questione  che secondo alcuni è al limite dell’incostituzionalità. Attualmente, se un contribuente a cui è stata richiesta una certa cifra da Equitalia decide di fare ricorso, deve comunque versare un terzo dell’importo eventualmente dovuto, che gli verrà restituito alla fine nel caso risulti vincitore nel contenzioso. Una pratica che la commissione Finanze chiede di annullare, stabilendo che quando si fa ricorso non si deve versare nulla a Equitalia e che solo dopo la decisione del giudice si deve procedere con i pagamenti.

Vedremo ora se il governo, in tempi rapidi, deciderà di rendere operative queste seppur poche norme, che già però basterebbero a rendere l’attività di Equitalia sicuramente meno detestabile agli occhi dei contribuenti.

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