Benzina e autostrada, scaricare i costi

Per un professionista con partita Iva, l’auto è il principale mezzo di trasporto. E per quelli che hanno la necessità di portarsi dietro gli attrezzi da lavoro è addirittura vitale. Intorno alle autovetture, agli autoveicoli, ai ciclomotori e ai motocicli, ossia i mezzi che la legge prende in considerazione per dedurre i costi, ci sono molte voci di spesa.
Il carburante è una di quelle più pesanti. Se un idraulico con partita Iva che ha sede a Roma deve raggiungere un cliente a Viterbo, chiaramente deve sostenere un costo di carburante consistente, soprattutto di questi tempi, e se prende l’autostrada deve anche pagare il pedaggio.
In pratica, solo per raggiungere il cliente i costi non sono trascurabili. Per queste ragioni, il Fisco tiene conto di tali spese e dice al nostro idraulico (ma ovviamente il discorso vale per tutte le partite Iva) che questi costi si possono dedurre nella dichiarazione dei redditi. Fa una distinzione, però, tra le diverse spese sostenute. Infatti, i costi del carburante deducibili sono solo il 40% dei costi totali sostenuti per la benzina o per il gasolio; e dal 1° gennaio 2013 l’aliquota scenderà al 27,5%. Per una sola categoria, gli agenti di commercio, la deducibilità rimarrà all’80% delle spese di carburante. I costi dei pedaggi autostradali, invece, sono deducibili al 100%.
Uno strumento essenziale per gestire i costi della benzina è la scheda carburante. Questa scheda – che si può acquistare in negozi di prodotti per ufficio oppure in cartolerie specializzate o direttamente alle stazioni di servizio – deve contenere una serie di dati: la targa della macchina utilizzata, il numero dei chilometri effettuati, la data, la quantità di carburante, il relativo costo di ogni rifornimento e la firma del gestore della pompa di benzina. La scheda carburante deve essere compilata ogni mese e periodicamente, anche ogni tre mesi, deve essere consegnata al commercialista.