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La Mia Partita IVA • News • Agenzia delle Entrate • Evasione fiscale, adesso la battaglia diventa europea

Evasione fiscale, adesso la battaglia diventa europea

Agenzia delle Entrate 27 Maggio 2013

Da tempo ormai in Italia si combatte una guerra senza quartiere all’evasione fiscale, ma raccogliendo puntualmente insuccessi. E forse, la ragione principale, è che si sbaglia bersaglio. Il fisco se la prende inutilmente con lavoratori autonomi e piccole partite Iva, dimenticando che la vera evasione, quella da centinaia di milioni di euro, se non miliardi, è messa in atto da ben altri soggetti che periodicamente trasferiscono all’estero le proprie risorse, sfuggendo tranquillamente al nostro fisco. Ora però forse il vento potrebbe cambiare. E la novità arriva dall’Unione europea che, se finora aveva sempre sottovalutato il problema dell’economia sommersa, ora, complice anche la crisi che affligge un po’ tutti i Paesi, ha deciso di mettere tra le proprie priorità proprio il problema del’evasione fiscale.

 

Prima una lettera e poi gli impegni

Qualcosa ha cominciato a muoversi qualche tempo fa quando cinque tra i maggiori Paesi dell’Unione, ossia Italia, Germania, Spagna Francia e Gran Bretagna, scrissero una lettera di impegni alla Commissione europea, sollecitando uno sforzo comune nella lotta all’evasione fiscale. La richiesta era stata accolta subito positivamente dal presidente della Commissione, il portoghese Manuel Barroso, e da lì qualcosa era iniziato davvero a muoversi. Qualche giorno fa poi, durante l’incontro dei capi di Stato del Consiglio europeo, queste intenzioni sono diventate una vera e propria strategia di azione.

 

Scambio di informazioni

Il primo provvedimento approvato impone lo scambio di informazioni sensibili tra i Paesi dell’Unione, circa capitali trasferiti in banche estere. Una pratica che dovrà avvenire con sempre maggiore frequenza e trasparenza. In questo senso è stata finalmente superata la contrarietà espressa più volte da Paesi come Lussemburgo e Austria, che temevano di veder diminuire il flusso di denaro verso le proprie banche, viste le condizioni più favorevoli offerte dal fisco locale. Ma ora non è più tempo per accettare veti da qualcuno, visto che tutti i Paesi hanno bisogno di poter contare su tutte le proprie risorse a disposizione. In questo senso, gli ultimi numeri forniti proprio sull’economia sommersa in Europa sono devastanti, e purtroppo l’Italia occupa una posizione di rilievo. Su mille miliardi di evasione in Europa infatti, ben 180 miliardi, la parte più cospicua, fanno riferimento al nostro Paese. Stiamo parlando del 18%, una percentuale da record. La Germania ad esempio, nonostante abbia un Pil doppio rispetto al nostro fa segnare una quota di evasione pari a 150 miliardi di euro, la Francia si ferma a 120 miliardi, mentre la Gran Bretagna fa segnare solo 74 miliardi di sommerso. In termini percentuali solo Polonia e Grecia sono comparabili all’Italia in termini di evasione, peccato però che stiamo parlando di Paesi dal Pil praticamente insignificante se confrontato con quello del nostro Paese. Basti pensare che il valore dell’intera economia sommersa italiana, stimata in 418 miliardi di euro, vale quanto il Pil di 6 o 7 Paesi più piccoli aderenti all’Unione.

 

 

Lotta ai paradisi fiscali

L’altro fattore su cui punterà l’Europa unita per attaccare la grande evasione fiscale, saranno i patti bilaterali da raggiungere con quei Paesi che non fanno parte dell’Unione e però rappresentano dei cosiddetti paradisi fiscali. Tra essi c’è sicuramente la Svizzera ad esempio,con cui a titolo proprio hanno già raggiunto degli accordi di collaborazione in tema fiscale tanto la Germania che gli Stati Uniti. Ora l’Europa ci proverà nella sua globalità, cercando di ottenere risultati ancora più rilevanti. Allo stesso tempo però l’attenzione si concentrerà in generale su tutte quelle regioni dell’Europa, che a vario titolo, possono essere considerate dei paradisi fiscali, perché garantiscono condizioni fiscali più tenere. I grandi evasori non devono arrivare infatti alle Bahamas per trovare quello che  cercano, visto che a volte sta proprio dietro l’angolo. Stiamo parlando delle Canarie e di Cipro, dell’Irlanda e dell’Isola di Jersey. E ancora dell’Isola di Man e del Lussemburgo, di Malta e del Regno Unito, fino alla più volte citata Svizzera. Tutte località a noi molto vicine e che finiranno nel mirino dell’Unione in quanto a possibili approdi di denaro sottratto illecitamente alla tassazione di altri Paesi comunitari. Staremo a vedere se questa volta, forti anche dell’appoggio europeo, anche la lotta all’evasione in Italia saprà concentrare le sue forze sui veri evasori, ottenendo quei risultati attesi ormai da anni e anni.

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