Il costo della vita torna a salire, ma le partite Iva sono dimenticate

Quattro mesi di stallo e poi ecco il nuovo balzo all’insù. A maggio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per tutta la popolazione, al lordo dei tabacchi, è cresciuto dello 0,1 per cento sia nei confronti del dato del mese di aprile sia rispetto al maggio 2014. C’è stata quindi l’inversione di tendenza dopo che nei mesi precedenti la variazione era stata costante al -0.1%.
Prezzi dei carburanti
Secondo l’Istat la ripresa dell’inflazione è causata in maniera principale da una minore flessione su base annua dei prezzi dei carburanti (-7,2 per cento a maggio contro il -8,7 per cento ad aprile) e dalla contemporanea accelerazione della crescita dei prezzi dei servizi. In quest’ultimo caso a trascinare all’insù l’indice sono stati i prezzi dei servizi di trasporto (+0,8 per cento a maggio rispetto al -0,6 per cento di aprile) e dei servizi ricreativi, culturali e di ristorazione (+0,5 per cento), con particolare riguardo a quelli ricettivi.
Sul primo punto basta recarsi ai distributori per osservare il leggero ritocco verso l’alto dei prezzi al pubblico, sul secondo aspetto gioca l’avvicinarsi dell’alta stagione e il conseguente ritocco dei prezzi rispetto alla precedente.
Il carrello della spesa
Leggero rialzo anche per il carrello della spesa, ossia il paniere di beni che maggiormente toccano la quotidianità delle persone. Stiamo parlando quindi dei beni alimentari e di quelli riguardanti la cura della casa e della persona. Ebbene anche in questo caso l’Istat ha registrato a maggio un aumento dello 0,1% su base mensile e una crescita stabile su base annua dello 0,8%.
Bisognerà vedere se a questa tendenza seguirà o meno un aumento anche della produzione industriale e conseguentemente una crescita dell’economia. È questo l’auspicio delle tante partite Iva che nonostante le difficoltà cercano di inventarsi qualcosa per sopravvivere, sfidando una congiuntura per nulla favorevole. In questo periodo dell’anno, in cui si avvicinano i pagamenti delle tasse, anche un ordine in più o un solo cliente conquistato possono rappresentare una boccata d’ossigeno in mezzo alla palude.
Si spera che il Governo comprenda questo disagio e rimetta la questione del lavoro autonomo nell’agenda dei temi da affrontare. Dimenticarsi di coloro che portano avanti il Paese può essere un errore fatale. Ogni giorno si parla di assunzioni nella scuola e di nuovi contratti di lavoro dipendente, ma di partite Iva nulla. Eppure sono proprio loro che reggono la baracca.