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Il vento della crisi soffia sugli studi di settore

Agenzia delle Entrate 6 Aprile 2013

Finalmente anche il Fisco prende atto che in Italia c’è una crisi economica di proporzioni storiche. E lo fa nella maniera più plausibile che ci si poteva attendere: apportando, finalmente è ancora il caso di dire, dei correttivi agli studi di settore. Questi ultimi infatti sono stati rivisti al ribasso tenendo conto delle difficoltà evidenti che la maggiora parte di noi sta attraversando.

 

L’attuale disastro economico

La Commissione di esperti che ha deciso la revisione degli studi di settore ha preso atto che oltre il 75% dei soggetti sottoposti ai controlli nel 2012 ha dichiarato ricavi nettamente inferiori rispetto al 2011. Nell’ambito dei servizi, per esempio, la diminuzione è stata del 4%, nel settore manifatturiero il calo ha toccato il 6%, in quello tessile l’8%, fino addirittura al -17% nell’edilizia. Limita i danni l’area dei professionisti, che comunque fa segnare un sempre preoccupante -3%. Di fronte a questa debacle generalizzata, era ovvio che si decidesse di rivedere alcuni parametri di valutazione degli introiti. Quattro sono state le aree di intervento decise e che presto verranno ufficializzate da un provvedimento legislativo che apparirà in Gazzetta Ufficiale. Vediamole una per una.

 

1) Analisi di normalità economica

In questa categoria si è deciso di rivedere soprattutto l’indicatore riguardante la “durata delle scorte”. A essere interessati sono stati soprattutto i contribuenti che presentano una contrazione del giro d’affari nel 2012 rispetto al 2011 e sono risultati comunque coerenti rispetto alla gestione delle scorte iniziali. In questo caso i nuovi studi di settore prevedono una rimodulazione del valore considerato “soglia di normalità economica” per tener conto di merci e prodotti invenduti a causa della crisi perdurante.

 

2) Correttivi specifici per la crisi

In questa seconda categoria gli interventi di correzione hanno riguardato quei settori nei quali si sono fatti sentire gli effetti dell’aumento dei prezzi dei carburanti. Per esempio verranno interessati positivamente da questa rimodulazione le imprese e i lavoratori autonomi impegnati nel trasporto di merci su strada e le ditte di traslochi. Benefici poi dovrebbero registrarne anche i taxi, le aziende di noleggio con conducente e vari altri tipi di attività di trasporto di passeggeri su gomma.

 

3) Correttivi di settore

Particolarmente interessati a questa revisione sono i professionisti, per i quali si è tenuto conto della diminuzione delle tariffe, una circostanza che ha portato come conseguenza la forte contrazione dei margini di profitto. Allo stesso modo per alcune aziende verrà valutato con attenzione il minor utilizzo degli impianti e più in generale di qualsiasi bene strumentale.

 

4) Correttivi individuali

Con questa rimodulazione si cercherà infine di tenere conto soprattutto del fenomeno del mancato incasso di compensi per lavori e prestazioni eseguite. Un fenomeno che soprattutto noi lavoratori autonomi in questo periodo di crisi viviamo quotidianamente sulla nostra pelle.

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