Immobili, ai nastri di partenza il nuovo catasto
Addio vecchio catasto, è ora di cambiare. Attesa da anni, finalmente potrebbe vedere la luce una revisione complessiva del metodo di valutazione dei circa 60 milioni di immobili presenti nel nostro Paese. Una rivoluzione che punta, soprattutto, a creare una maggiore equità tra i cittadini. Al momento, infatti, il regime delle rendite catastali mette spesso sullo stesso piano vecchie palazzine del centro storico con nuove abitazioni di periferia, quando tutti sanno che queste ultime da un punto di vista di mercato valgono molto meno delle prime. L’ultima revisione delle rendite catastali c’è stata nel 1990, ma non ha minimamente affrontato il problema della corretta valutazione degli immobili che è rimasta praticamente inalterata. In questo modo, si sono create delle vere e proprie ingiustizie fiscali che nel tempo si sono accentuate. Il culmine è stato raggiunto l’anno scorso quando è stata introdotta la nuova Imu. L’imposta sugli immobili, infatti, si basa fondamentalmente sul valore catastale delle abitazioni. Quindi, anche in questo caso si sono prodotte pesanti sperequazioni tra i proprietari di abitazioni in centro e quelli in periferia. Da qui l’importanza assoluta di una riforma che attualmente si trova in Commissione Finanze della Camera e che potrebbe ottenere la definitiva approvazione entro la fine dell’anno. Ma vediamo quali saranno le principali novità.
Addio ai vani e spazio ai metri quadri
Le novità più importanti del nuovo sistema catastale riguarderanno i metodi con cui saranno effettivamente valutate le abitazioni. Addio, innanzitutto, al computo dei vani, che tante polemiche avevano creato a livello locale, con i Comuni impegnati a dare interpretazioni spesso contrastanti della legge. D’ora in poi a essere presi in considerazione saranno i metri quadri effettivi di un immobile, sulla base dei quali si effettueranno le successive valutazioni. Saranno poi considerate tutte quelle caratteristiche che rendono un’abitazione più appetibile commercialmente. Dall’affaccio al balcone, dalla presenza di ascensore al riscaldamento autonomo o centralizzato. Insomma, tutte quelle informazioni che generalmente interessano chi vuole acquistare o affittare un appartamento. Tutti questi parametri concorreranno a stabilire l’effettiva categoria di appartenenza dell’abitazione.
La nuova stella polare: i prezzi di mercato
Una volta definite le caratteristiche salienti di un’abitazione, a definire il suo reale valore saranno i prezzi di mercato. Verranno prese in considerazione le medie degli ultimi tre anni, sulla base delle rilevazioni dell’ex Agenzia del Territorio, da poco inglobata all’interno dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo, si comincerà a fare giustizia delle sperequazioni tra case di prestigio in zone centrali, che magari saranno pure antiche ma hanno un valore di mercato molto alto, e nuove abitazioni di periferia che invece presentano prezzi di acquisto o di affitto decisamente più contenuti.
Il ruolo dei Comuni
Bisogna segnalare che un ruolo fondamentale potranno giocarlo i Comuni. Da essi dovranno giungere molte delle informazioni rilevanti con cui il Fisco stabilirà il reale valore su cui determinare la nuova rendita catastale. Solo che anche la nuova Imu dovrà fare riferimento alle rendite così determinate. In questo senso le associazioni dei proprietari hanno già espresso forti critiche nei confronti dei Comuni, che potrebbero essere interessati a stabilire valori degli immobili molto più elevati, così da ottenere, rendite catastali più alte e di conseguenza introiti legati all’Imu più elevati. Uno scontro che è solo all’inizio ma che promette di essere infuocato. Di certo c’è il fatto che i proprietari di case di lusso e di prestigio non potranno più fare i giochetti con le rendite catastali e pagheranno imposte più in linea con il reale valore delle proprie abitazioni.