Redditometro, ora è Befera a volerlo stoppare

Una precipitosa quanto imbarazzante marcia indietro. Non c’è altro modo per definire l’annuncio, dato da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, dello stop imposto per il momento al redditometro.
Lettere mai arrivate
È passata infatti solo qualche settimana da quando in pompa magna il Fisco annunciò l’avvio dell’utilizzo del redditometro, in barba a una sentenza del Tribunale di Pozzuoli che sollevava forti dubbi circa il rispetto della privacy da parte del nuovo strumento di lotta all’evasione. All’Agenzia delle entrate fecero però spallucce, presentarono semplicemente un ricorso e decisero di andare avanti. E fu così che qualche tempo dopo, con un secondo annuncio ripreso da tutti mezzi di comunicazione, i funzionari del fisco fecero sapere di aver pronte le prime 35mila verifiche. Trentacinquemila lettere da inviare ad un primo gruppo di contribuenti considerati più di altri a rischio evasione. Soggetti per i quali era stato rilevato uno scostamento tra entrate e uscite superiore al 20%. Peccato però che quelle lettere non siano mai arrivate di fatto ai destinatari.
Befera cambia idea
Il segreto è stato svelato in queste ore proprio dallo stesso Attilio Befera. Le famose lettere in effetti non sono state mai spedite perché sull’utilizzo del nuovo redditometro sono in corso ancora delle verifiche tecniche. Chissà però se su questo ripensamento abbiano pesato di più due nuove sentenze, una autorevolissima della Cassazione, e l’altra del Tribunale di Napoli, che ancora una volta ponevano in discussione il rispetto, da parte del nuovo redditometro, di tutta una serie di aspetti della vita privata dei cittadini. Tra l’altro, non a caso, sul nuovo strumento di lotta all’evasione pende ancora il giudizio, lasciato per il momento in sospeso, del Garante della privacy. Ed è proprio a questo giudizio di carattere istituzionale che Befera si è appellato per spiegare l’altolà al redditometro. Sarà come sarà, l’unica cosa certa è che tutto si ferma fino alla fine dell’anno, e se il nuovo redditometro dovrà vedere la luce, cosa che diventa ogni giorno meno probabile, se ne riparlerà a inizio 2014. E chissà che non sia davvero una buona notizia per tutti noi contribuenti.