Stangata di Capodanno, la tassa di Monti sui risparmi
Non bastavano l’Imu sulle prime e seconde case, la tassa sui rifiuti o l’aumento delle addizionali Irpef. Ora, per noi contribuenti, è in arrivo anche una stangata sui risparmi. Si chiama imposta di bollo e colpirà quasi tutti i prodotti finanziari in cui abbiamo investito i nostri soldi, magari dopo anni di sacrifici. I fondi comuni d’investimento, i conti di deposito, le azioni e le obbligazioni, entro la fine dell’anno saranno soggetti al’ennesima tassa dell’era-Monti, da tempo ribattezzata come “mini-patrimoniale”.
Come funziona
A dire il vero, l’imposta di bollo esiste nel nostro paese da parecchi anni e ha sempre colpito prevalentemente i conti correnti bancari, con un prelievo che partiva da un minimo di 34,2 euro all’anno. Nel gennaio scorso, il governo ha voluto cambiare radicalmente questo balzello, trasformandolo in una imposta proporzionale che varia in base al capitale posseduto e che funziona con un meccanismo di per sé molto semplice. Nello specifico, chi ha un gruzzoletto da parte investito in strumenti finanziari, entro la fine del 2012 deve versare al fisco lo 0,1% della somma posseduta. Per l’imposta è previsto un importo minimo di 34,2 euro e un tetto massimo di 1.200 euro. Il prossimo anno, la tassa salirà invece allo 0,15% e scomparirà la soglia massima, mentre rimarrà in vigore l’importo minimo di 34,2 euro.
La stangata
Anche se a prima vista sembra un prelievo irrisorio, l’imposta di bollo è invece una vera e propria stangata sul risparmio che colpisce soprattutto i piccoli investitori proprio a causa dell’esistenza delle soglie massime e minime. Per capirlo, non occorre essere degli esperti in Scienza delle Finanze. Basta esaminare un esempio concreto. Si prenda il caso di un risparmiatore che ha messo da parte 500 o 1.000 euro: nel 2012, dovrà pagare un bollo di 34,2 euro (cioè la soglia minima d’imposta), che corrisponde a una quota compresa tra il 3,4% e il 6,8% circa, del capitale posseduto. Chi invece dispone di un patrimonio molto consistente, nell’ordine di 1 milione di euro, pagherà una tassa di 1.000 euro, che corrisponde ad appena lo 0,1% della ricchezza complessiva. Ancor più fortunati sono i “Pareroni”, cioè i grandi risparmiatori che hanno per esempio più di 5 milioni di euro da parte: nel 2012, questi investitori pagheranno di bollo non più di 1.200 euro (la soglia massima prevista per l’imposta), che corrisponde a una quota di appena lo 0,02% del patrimonio. Chi è più ricco, insomma, paga di meno in proporzione al patrimonio che detiene.
Regalo alle banche
Non va dimenticato, poi, che il governo ha pensato bene di agevolare alcuni prodotti finanziari, a scapito di altri. I Buoni fruttiferi postali, alcune categorie di polizze vita (che investono per lo più in titoli di Stato) e i conti correnti bancari (che oggi rendono ben poco d’interesse e che non vanno confusi con i più remunerativi conti di deposito), saranno assoggettati a una imposta di bollo molto più morbida, con un prelievo sempre fisso di 34,2 euro, che viene applicato soltanto se la somma investita è superiore a 5mila euro. Dunque, chi è molto ricco e dispone di un capitale milionario depositato su un normale conto corrente, dovrà sborsare una tassa di appena 34,2 euro, uguale a quella pagata da un piccolo risparmiatore che ha messo da parte poche migliaia di euro in un fondo d’investimento. Se poi lo stesso piccolo risparmiatore ha acquistato fondi diversi, almeno 3 o 4, pagherà una tassazione di 34,2 euro per ognuno, per un totale di oltre 100 euro, anche se la somma disponibile è di poche migliaia di euro. Per questo, c’è chi pensa che l’imposta di bollo finirà per condizionare le scelte di molti italiani, convincendoli a spostare i loro soldi (o almeno una parte) verso i prodotti finanziari che beneficiano di una tassazione ridotta, come appunto i conti correnti e alcune polizze vita. Il che, naturalmente, renderà molto felici le banche e le compagnie assicurative.