Studi di settore, arrivano i premi per chi è in regola
Studi di settore, croce e delizia delle partite Iva. Dopo tante critiche, per una volta siamo qui a sottolineare una notizia positiva che riguarda proprio gli accertamenti induttivi a cui il Fisco sottopone tanti lavoratori autonomi e che tanti grattacapi hanno procurato, e continuano a procurare, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo.
Il premio di Monti e i limiti di Befera
Con il decreto Salva Italia, il primo e più articolato provvedimento adottato dal governo ancora in carica, il presidente del Consiglio Mario Monti aveva stabilito una serie di benefici per chi rispettava in maniera corretta i parametri stabiliti dal proprio studio di settore. Con una circolare del luglio 2012, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, stabilì però che questa sorta di premio garantito ai più diligenti, fosse circoscritto a sole 55 categorie delle 206 totali che ogni anno sono sottoposte alle forche caudine degli studi di settore. Proprio in questi giorni, invece, l’Agenzia delle Entrate è tornata sui suoi passi decidendo di allargare questa platea e ammettendo almeno altre 60 categorie tra quelle soggette ai benefici. Per comprendere meglio l’importanza di questo provvedimento, è bene capire di che tipo di premi stiamo parlando.
La morsa del Fisco si allenta
Basterà mettere in fila le agevolazioni previste dalla legge per capire quale grande interesse potrà avere in futuro una partita Iva a rispettare i propri studi di settore, nonostante le immense difficoltà che più volte abbiamo sottolineato e non ci stancheremo di ricordare. In ogni caso, chi sarà in regola con le proprie dichiarazioni e con i requisiti richiesti dalla legge, saranno applicati i seguenti benefici:
- esclusione degli accertamenti analitico-induttivi, basati unicamente su presunzioni semplici (ogni accertamento dunque, se scatterà, dovrà partire da prove molto più concrete);
- possibilità per il Fisco di far scattare nei confronti del lavoratore autonomo i controlli da redditometro solo quando lo scostamento tra reddito dichiarato e reddito presunto è superiore al 33% (mentre normalmente sappiamo che lo scostamento ammesso, come più volte dichiarato dallo stesso Befera, è del 20%);
- riduzione di un anno (da quattro a tre dalla data della dichiarazione contestata) del termine di decadenza per l’azione di accertamento.
Insomma, vantaggi da non sottovalutare e che probabilmente spingeranno molte partite Iva a rispettare alle lettera i parametri stabiliti dagli studi di settore.
Passaggi burocratici
Il via a quello che è stato già ribattezzato “regime premiale” (una definizione avventata visto che attendersi premi dal Fisco è quanto mai irrealistico), potrà essere dato dopo che saranno stati superati due scogli di ordine amministrativo. Innanzitutto in questi giorni una commissione di esperti dovrà approvare nuovi parametri per gli studi di settore, affinché un numero più alto di partite Iva possa rientrare nelle categoria dei beneficiari. In secondo luogo, tutta la materia passerà in mano all’Agenzia delle Entrate che, dopo aver incontrato le associazioni di categoria deciderà quali categorie lavorative potranno effettivamente entrate nel novero di quelle da premiare. E crediamo che tutti i lavoratori autonomi non potranno che accogliere con favore l’inserimento della loro attività tra quelle beneficiate. Appena l’elenco sarà definitivo, provvederemo a dargli la più ampia pubblicità. Per il momento attendiamo fiduciosi.