Tasi 2015, l’appuntamento col pagamento si avvicina

Il giorno della verità si avvicina. Il prossimo 16 giugno toccherà mettere le mani nel portafogli per pagare la prima rata della Tasi 2015, il tributo sui servizi indivisibili.
Aliquota mancante
Come al solito però i vecchi problemi non si risolvono mai e così anche quest’anno c’è il rischio di pagare l’acconto senza sapere quanto dovrà essere il saldo della Tasi 2015. Infatti la stragrande maggioranza dei comuni italiani non ha ancora deliberato in maniera definitiva sulle aliquote di imposta.
Così si avrà il quadro definitivo solo dopo aver pagato la prima parte. Già, perché, altro vezzo italico, per le imposte locali sugli immobili gli importi da versare per la prima rata saranno pari al 50% di quanto versato l’anno prima. Così se da un periodo all’altro il Comune decide di variare l’aliquota gli effetti si riverseranno sul pagamento della seconda rata a metà dicembre.
Il rebus del bollettino
Un altro problema di rilievo è legato alla modalità di pagamento. Alcuni comuni hanno infatti già spedito i bollettini premarcati, ma gli altri non lo faranno, perché non obbligati.
Nei giorni scorsi l’Ifel (la Fondazione per la finanza e l’economia locale dell’Anci) ha chiarito infatti come questa pratica non solo non sia richiesta della legge, ma sia anche inattuabile in pratica. Il tutto per due ragioni.
Innanzitutto, secondo l’Ifel, l’invio dei modelli precompilati presuppone l’esatta conoscenza dei soggetti passivi. Ciò non è possibile perché negli archivi comunali gran parte degli immobili non è ancora qualificata con i rispettivi identificativi catastali. Inoltre gli stessi archivi catastali degli immobili e delle proprietà immobiliari non sono allineati tra loro.
In seconda battuta, l’invio di modelli precompilati è incompatibile con la data di pagamento dell’acconto ed è in palese conflitto con la scadenza della dichiarazione Tasi, scadenza posta al 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento.
Insomma un bel problema: l’unica cosa chiara è che bisognerà arrangiarsi da soli. Sempre l’Ifel ha infatti chiarito che il contribuente sarà in regola se verserà l’acconto sulla base delle aliquote e delle detrazioni stabilite dal Comune per il 2014.
In caso di cambiamenti – le aliquote definitive possono essere pubblicate sul sito del Ministero entro il 28 ottobre – ci si dovrà rifare in occasione del pagamento della seconda rata a metà dicembre.
Un bel pastrocchio all’italiana dunque, dove le complicazioni sono sempre all’ordine del giorno. Alla faccia della tanto sbandierata semplificazione, un concetto ben lungi dall’essere realtà.