Tasi, la nuova tassa che costerà più dell’Imu

E’ una vera e propria sfida a colpi di numeri quella che si sta giocando sull’entità del gettito che sarà generato dalla Tasi, la nuova imposta locale sui servizi indivisibili. Quella per intenderci che sostituirà l’Imu e servirà a pagare la manutenzione delle strade oppure l’illuminazione pubblica. Quello che milioni di contribuenti stanno cercando infatti di capire in queste ore e se in effetti sulla prima casa si pagherà di più di quello che nel 2012 si è versato per la tanto odiata tassa sugli immobili. Ovviamente il riferimento non può essere fatto sull’anno in corso visto che in questo 2013 l’Imu sulle abitazioni principali è stata abolita.
Ministero dell’Economia contro tutti
A sostenere che in effetti la Tasi potrebbe rappresentare una mazzata se possibile ancora più pesante dell’Imu sono ormai in tanti. Tra i riferimenti più autorevoli c’è certamente quello del Sole24Ore secondo cui il gettito della Tasi sulla prima casa sarebbe pari a circa 3,7 miliardi di euro. Una cifra ben superiore ai 3,4 miliardi generati dall’Imu sulle abitazioni principali nel 2012. A questa versione della storia si oppone ovviamente il ministero dell’Economia. Da Via XX Settembre fanno notare infatti che nella Tasi sarebbe compresa anche la vecchia Tares, l’imposta sulla spazzatura, e dunque il gettito complessivo da prendere in considerazione per il 2012 sarebbe di 4,7 miliardi di euro, ossia molto meno dei 3,7 miliardi che verrebbero generati dalla Tasi.
Una versione che non convince
Peccato che la versione fornita dal ministero dell’Economia sia decisamente poco convincente. La Tares infatti, secondo quello che dovrebbe essere il nuovo modello di imposizione fiscale locale previsto dal governo, dovrebbe essere sostituita non dalla Tasi, ma bensì dalla Tari. Entrambe queste imposte poi a loro volta costituirebbero la cosiddetta Trise, il tributo sui servizi comunali che complessivamente accorperà tasse sugli immobili e tasse sull’immondizia. Dunque, per quello che finora si è capito in questa vera e propria babele di definizioni fiscali, il problema resta sul tappeto. A risolverlo ora dovranno essere i nostri parlamentari visto che la legge di stabilità, in cui è contenuta la nuova Trise, è passata al vaglio di Senato,prima, e Camera,poi. Peccato però che proprio in queste ore, intervistati davanti a Montecitorio, molti deputati e senatori, hanno dimostrato di non averci capito assolutamente niente nell’intrigo delle nuove tasse previste dal governo. Dunque è bene fin d’ora non farsi troppe illusioni circa una possibile modifica delle nuove norme decise dal governo.