Come scegliere il punto vendita

Un negozio in centro in una strada piena di traffico, oppure una piccola superficie in una zona semi-periferica, ma comunque abbastanza frequentata. Sono tanti gli spazi commerciali che si prestano all’avvio di un’attività in franchising e che rappresentano degli elementi importantissimi per il successo (o l’insuccesso) di una iniziativa imprenditoriale.
Bacino d’utenza
Quasi sempre a chi vuole aprire un negozio le grandi catene di franchisor offrono un servizio di consulenza sulla scelta dello spazio commerciale, in modo da trovare la collocazione più adatta per far decollare il business. Può darsi, però, che l’aspirante rivenditore (il franchisee) sia già proprietario di un immobile che può essere benissimo destinato alle attività di vendita. In questo caso, non è detto che il franchisor (che si tratti di un grande gruppo della ristorazione, di una casa di abbigliamento o di un intermediario immobiliare) sia subito disposto a far entrare il commerciante nella propria rete. Il negozio messo a disposizione dal rivenditore affiliato, infatti, deve possedere determinati requisiti e, soprattutto, deve avere un bacino di utenza in linea con quello richiesto dalle politiche di marketing del gruppo. Nello specifico, è necessario che il negozio abbia un numero minimo di potenziali clienti di 15-20mila persone. E’ difficile, insomma, riuscire ad aprire un punto-vendita in franchising in un piccolo paese o in una minuscola cittadina di poche migliaia di abitanti, sperduta in qualche angolo della Penisola (a meno che non sia vicina e ben collegata ad altre zone circostanti, molto più popolate).
Piccole superfici
La superficie richiesta dai franchisor per l’apertura del negozio dipende invece dal tipo di attività che si vuole avviare. Di solito, le catene della grande distribuzione come i magazzini Coin, Upim, Oviesse o le librerie Mondadori (tutti marchi molto noti in Italia, che utilizzano la formula del franchising), esigono che il punto-vendita abbia un’estensione di ameno 150-200 metri quadri o più spesso di oltre 300 metri quadri. La situazione è un po’ diversa, invece, per le case di abbigliamento, per i produttori di biancheria intima o per le agenzie immobiliari che hanno minori “pretese” e si accontentano di superfici ben più modeste. A giudicare dalle statistiche, infatti, la gran parte dei rivenditori italiani in franchising esercita la propria attività in immobili commerciali di piccole e medie dimensioni. Secondo i dati dell’associazione di categoria, Assofranchising, oltre il 60% dei negozi affiliati alle reti nazionali ha una grandezza che non supera gli 80 metri quadri, un altro 25% ha una superficie che varia tra gli 80 e i 150 metri quadri, mentre soltanto il 7% dei punti-vendita, o poco più, si estende oltre i 200 metri quadri.
Il peso dell’affitto
Se l’immobile utilizzato non è di proprietà del commerciante ma viene affittato, il costo dell’affitto ha un peso determinante sulla sostenibilità del business. La rata di affitto, com’è ovvio, non deve essere sproporzionata rispetto al potenziale fatturato del negozio. Per effettuare una stima sul futuro rapporto tra i ricavi e le spese di locazione, l’aspirante rivenditore può analizzare nel dettaglio il giro d’affari degli altri negozi che appartengono alla stessa rete. A questo proposito, una prima fonte importante di informazioni è l’Annuario del Franchising, una pubblicazione che raccoglie i nomi e le caratteristiche delle principali catene di affiliazione attive in Italia e che riporta il fatturato medio degli spazi commerciali di ogni società. Tuttavia l’aspirante rivenditore deve avere un minimo di accortezza nel leggere i dati e non farsi troppe illusioni sulla possibilità di realizzare in tempi brevi lo stesso giro d’affari dei colleghi. Per riuscirci, infatti, ci vogliono spesso tanti sacrifici, molto tempo e parecchie energie. Non a caso, la stessa Assofranchising consiglia agli operatori del settore di non fidarsi a occhi chiusi di alcune reti di distribuzione un po’ “troppo facilone”, che promettono mari e monti ai propri affiliati e sono sempre disponibili ad attirare nuovi rivenditori, senza effettuare un’attenta valutazione delle loro reali possibilità di successo. A chi sta per avviare un’iniziativa, Assofranchsing consiglia dunque di raccogliere il maggior numero informazioni possibili da altri negozianti della stessa catena, che operano in altre città vicine e hanno già un business consolidato alle spalle. Da loro, si possono trarre preziosi consigli su come far bene il mestiere del franchisee.
Superficie media richiesta dai franchisor | Quota sul totale dei punti vendita italiani |
0-20 mq | 4,40% |
21-40 mq | 18,70% |
41-60 mq | 23,40% |
61-80 mq | 15,40% |
81-100 mq | 13,70% |
101-150 mq | 11,60% |
151-200 mq | 3,50% |
201-250 mq | 1,60% |
251-500 mq | 4,50% |
superiore a 500 mq | 3,20% |
La superficie dei punti vendita in franchising in Italia