Damiano: bloccare gli aumenti della gestione separata dell’Inps

Il mondo delle Partite Iva non iscritte a un Ordine professionale guarda con speranza alla proposta del presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano (PD), di congelare l’aumento (dal 27 al 28%) dei contributi da versare alla gestione separata dell’INPS a partire dal 1° gennaio 2014. Senza contare che la riforma Fornero prevede un progressivo allineamento al 33% entro il 2018 .
Presidente Damiano, riuscirà a bloccare questo aumento?
Noi siamo già intervenuti nella scorsa legislatura, fermandolo per tutto il 2013. E’ mia intenzione formulare anche per il 2014 la stessa richiesta perché comprendo perfettamente la differenza tra una Partita Iva autentica e una persona che svolge un lavoro dipendente a tutti gli effetti mascherato. L’intenzione di far pagare il 33% alle finte Partite Iva è saggia: smaschera un aggiramento delle leggi. Bisogna riconoscere, al contrario, che chi svolge un lavoro autenticamente professionale dovrebbe abbassare il suo contributo a livello degli autonomi, che è il 24%. Certo, in teoria, con l’attuale sistema pensionistico contributivo, vi converrebbe versare di più. Adesso, però, deve prevalere l’esigenza di una pressione contributiva sostenibile.
Nel 2007, come ministro del Lavoro sotto il Governo Prodi, Lei decise invece di aumentare le aliquote. Si trattava di un momento storico diverso?
Eravamo in un momento in cui sostenevamo l’esigenza di rendere più conveniente l’utilizzo del lavoro subordinato a tempo indeterminato. Eravamo di fronte a una costellazione di modalità di impiego di carattere flessibile, figlie di una lettura distorta della legge Biagi e che precarizzavano oltre misura il lavoro. Tuttavia ho commesso un errore: ho dato una lettura del lavoro parasubordinato troppo uniforme. Oggi una correzione di rotta va impressa.
Per tutelare al meglio il popolo delle reali partite Iva quali altre misure vanno prese?
Con l’iniziativa di “Alta partecipazione”, che vede insieme una serie di associazioni che rappresentano i giovani e il lavoro disperso, stiamo studiando proposte relative alla “universalizzazione” delle tutele: mi riferisco agli ammortizzatori sociali, all’ indennità di malattia, al sostegno della maternità. Temo che, nell’immediato, non saremo in grado di mettere mano a questi strumenti. Stiamo andando verso l’applicazione dell’ASPI su cui ho parecchie perplessità: abbiamo una riforma del sistema che allontana il momento della pensione e restringe il tempo della tutela.
Come giudica i primi provvedimenti del Governo Letta? Vanno verso la direzione del rilancio dell’economia del Paese?
La restituzione dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese è un buon punto di partenza: è un’ iniezione di liquidità interessante. Bisogna valutare con attenzione i provvedimenti relativi alla semplificazione: non vorrei che fosse eccessiva a scapito, ad esempio, delle regole della tutela e della sicurezza sul lavoro.