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L’Inpdap affossa i conti dell’Inps

INPS 4 Ottobre 2012

Per colpa dell’Inpdap i conti dell’Inps rischiano di saltare. È quanto emerge da un’inchiesta condotta dal Corriere della Sera che svela come le casse del nuovo Inps abbiano pesantemente risentito della fusione con l’istituto di previdenza degli statali.

Lo scorso dicembre col decreto salva Italia il governo Monti mise insieme Inps, Inpdap (l’ente di previdenza dei dipendenti pubblici)  e Enpals (l’ente previdenziale dello sport e dello spettacolo). Nella relazione tecnica a questa operazione si quantificava in “non meno di 20 milioni di euro” i risparmi ottenibili già nel 2012, per poi salire a 50 milioni nel 2013 e a 100 milioni nel 2014.

Invece, come ha scritto il Corriere della Sera, si è scoperto che l’accorpamento ha avuto effetti devastanti sul bilancio dell’Inps. Nel giro di pochi anni, si legge nella nota di assestamento al bilancio 2012 dell’Inps, si potrebbe arrivare all’azzeramento del patrimonio netto, aprendo un problema di sostenibilità dell’intero sistema pensionistico.

La colpa sarebbe dell’Inpdap che, entrando nell’Inps, ha scaricato sul bilancio 10,2 miliardi di euro di disavanzo patrimoniale e quasi 5,8 miliardi di euro di passivo per l’esercizio 2012.

Secondo quanto riportato dal Corriere, prima dell’incorporazione di Inpdap e Enpals, l’Inps aveva chiuso il 2011 con un avanzo di 41 miliardi. Tolti i 10,2 miliardi di passivo Inpdap e aggiunti i 3,4 miliardi di attivo portati invece dall’Enpals, il patrimonio di partenza del nuovo Inps, all’inizio del 2012, era di circa 34 miliardi. Ma alla fine dell’anno, sottratta la perdita d’esercizio di 8,8 miliardi, si scenderà a 25 miliardi: 16 miliardi in meno nel giro di un anno.

E l’allarme non è finito. Nella nota di assestamento si legge infatti che anche nei prossimi anni i conti dell’ex Inpdap chiuderanno in forte disavanzo, e tutto ciò si ripercuoterà negativamente sul patrimonio netto dell’Inps con il rischio di un suo azzeramento in pochi anni.

La preoccupazione principale delle parti sociali (sindacati e imprese) è che, se lo Stato non interverrà a sanare il disavanzo pregresso dell’Inpdap, a colmare i buchi saranno chiamate le gestioni in attivo, come per esempio quella dei parasubordinati (80 miliardi di avanzo patrimoniale) e delle prestazioni temporanee (ammortizzatori sociali, assegni familiari, malattia), che finora hanno compensato i fondi in rosso dello stesso Inps (trasporti, elettrici, telefonici, dirigenti d’azienda, coltivatori diretti e lavoratori autonomi).

Dopo la pubblicazione dell’inchiesta il Ministero del Lavoro e quello dell’Economia hanno precisato in una nota: “Dal punto di vista della finanza pubblica l’accorpamento tar Inps e Inpdap non determina alcun effetto negatovo, in quanto interviene sulla regolazione dei trasferimenti tra enti della pubblica amministrazione con effetti di neutralità sulle singole voci del conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche”.

 

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