Professionisti, casse autonome sempre più care
Casse piene e tasche vuote, dove le casse in questione sono quelle previdenziali, mentre le tasche sono quelle di migliaia di professionisti con partita Iva. La considerazione viene spontanea prendendo in esame la situazione previdenziale dei lavoratori autonomi che esercitano attività professionali con casse autonome. Queste ultime sembrano godere di buona salute visto che, numeri alla mano, sarebbero in grado di garantire livelli adeguati di sostenibilità per almeno 50 anni. Ciò vuol dire che chi oggi paga i contributi ha buone e solide speranze di vedersi un giorno accreditare una pensione di accettabile. Ma a che prezzo? Qui viene il bello, perché i contributi che le categorie sopra citate sono costrette a pagare lievitano ogni anno senza sosta.
Nuovi aumenti in vista
Gli ultimi rincari con cui dovranno fare i conti ingegneri e architetti, veterinari e infermieri, ma anche avvocati e commercialisti, solo per citare alcune delle categorie professionali interessate dal fenomeno, scatteranno già quest’anno, quando si tratterà di effettuare il saldo dei contributi previdenziali per il 2012. A salire sarà tanto il contributo soggettivo, quello calcolato sul reddito professionale netto, che la parte di integrativo determinata dal giro d’affari complessivo. Tanto per fare un esempio, e renderci conto di quello di cui stiamo parlando, la categoria degli ingegneri e degli architetti nel 2012 ha visto passare il proprio contributo soggettivo dal 12,5% al 13,5%, con quello integrativo che invece è lievitato dal 2 al 4%. Ma non finisce qui, perché nuovi aumenti sono già in previsione anche per il 2014, con architetti e ingegneri che dovranno fare i conti con un’aliquota soggettiva che arriverà al 14,5%. E non va certo meglio agli avvocati. Anche per loro quest’anno si segnala un incremento dal 13 al 14% del contributo soggettivo. E via di seguito con i veterinari, per i quali è stato programmato un percorso di aumenti graduali che porterà l’aliquota soggettiva dall’11,5% al 18% nei prossimi 16 anni.
C’è chi sta decisamente peggio
I numeri appena elencati, che pure fotografano una situazione preoccupante per migliaia di professionisti alle prese con ritenute previdenziali sempre più pesanti, servono a dimostrare quanto ancora più devastante sia la situazione di quei lavoratori autonomi che non avendo una propria cassa autonoma fanno capo alla Gestione separata dell’Inps. Se infatti per un architetto o per un ingegnere potrà diventare difficoltoso far fronte a versamenti dell’ordine del 14,5%, cosa devono dire quelle partite Iva che già oggi pagano il 27%? E che l’anno prossimo vedranno lievitare questo contributo al 28%? E che, ancora, entro il 2018 dovranno addirittura fare i conti con un prelievo che, secondo quanto stabilito dalla legge Fornero, arriverà addirittura al 33%? Non è un caso allora che su questo fronte si sia aperta una discussione in Parlamento che speriamo possa portare risultati positivi per i lavoratori autonomi. Ci sono infatti una serie di esponenti politici, a cominciare dal presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (che in proposito ha rilasciato un’intervista a La mia partita Iva), il quale ritiene che gli aumenti dei contributi alla Gestione separata dell’Inps vadano assolutamente bloccati. Potrebbe essere questo finalmente il primo segnale che il potere politico dimostra alle partite Iva quelle attenzioni che finora sono totalmente mancate.