Siamo diventati un popolo di naviganti del web

Che gli italiani fossero un popolo di naviganti del mare era cosa conosciuta da sempre, oggi invece nell’era di Internet ci riscopriamo anche naviganti del web. A certificarlo è il decimo rapporto Censis su “I media siamo noi. L’inizio dell’era biomediatica”. In sintesi: tengono i mezzi tradizionali (televisione e radio), esplodono i nuovi media (da Internet agli smartphone), ma sono i social network il vero fenomeno dell’ultimo anno, con una notevole crescita di Facebook.
Secondo il Censis la televisione ha un pubblico che coincide con la totalità della popolazione: il 98,3% (+0,9% rispetto al 2011). Si diversificano però i modi di guardare la tv: crescono infatti tv satellitari (+1,6%), web tv (+1,2%) e mobile tv (+1,6%). Attualmente un quarto degli italiani collegati a Internet (il 24,2%) ha l’abitudine di seguire i programmi sui siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti su misura.
Anche la radio resta un mezzo a larghissima diffusione di massa: l’ascolta l’83,9% della popolazione (+3,7% in un anno). Sono sempre più importanti però le forme di radio che si collegano con la rete: la radio ascoltata via web tramite il pc (+2,3%) e per mezzo dei telefoni cellulari (+1,4%), due forme che stanno soppiantando un mezzo digitale di prima generazione come il lettore portatile di file mp3 (-1,7%).
I telefoni cellulari (utilizzati dall’81,8% degli italiani) aumentano ancora la loro utenza complessiva (+2,3%), anche grazie agli smartphone (+10% in un solo anno) la cui diffusione è passata tra il 2009 e il 2012 dal 15% al 27,7% della popolazione e oggi si trovano tra le mani di più della metà dei giovani (54,8%).
Internet registra il massimo tasso di incremento dell’utenza (+9% tra il 2011 e il 2012), arrivando al 62,1% degli italiani (erano il 27,8% nel 2002). Il dato sale nettamente nel caso dei giovani (90,8%), delle persone diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti nelle città con più di 500.000 abitanti (74,4%). Gli iscritti a Facebook passano dal 49% del 2011 all’attuale 66,6% degli internauti, ovvero il 41,3% degli italiani e il 79,7% dei giovani. YouTube, che nel 2011 raggiungeva il 54,5% di utenti tra le persone con accesso a Internet, arriva ora al 61,7%, vale a dire al 38,3% della popolazione.
Se internet ride, la carta stampata piange. I quotidiani registrano un calo di lettori del 2,3% (li leggeva il 67% degli italiani cinque anni fa, oggi sono diventati solo il 45,5%), anche se le testate online contano il 2,1% di contatti in più (20,3% di utenza). La free press perde l’11,8% di lettori (25,7% di utenza), -1% i settimanali (27,5% di utenza), +1% i mensili (19,4% di utenza), -6,5% l’editoria libraria. Ormai meno della metà degli italiani (il 49,7%) legge almeno un libro all’anno.