Aumento Iva, non c’è più niente da fare
I giorni persi dietro intrighi di Palazzo e congiure politiche, sono stati sciaguratamente sottratti all’attività di governo, con un risultato subito tangibile per tutti: l’aumento dell’Iva.
Quando infatti la gran caciara della crisi di governo è iniziata, il governo era sul punto di reperire le risorse per ovviare all’aumento dell’Iva e farlo slittare almeno fino alla fine dell’anno. Lo stop imposto all’esecutivo dalla verifica parlamentare della maggioranza, ha mandato tutto all’aria. Il risultato è stato che il primo ottobre l’aliquota Iva del 21% è salita al 22%, con tutte le conseguenze in termini di aumento dei prezzi. E ora a nulla vale piangere sul latte versato. Anche perché, e qui sta la notizia, ormai non si può fare più nulla. Qualcuno aveva ipotizzato che un governo di nuovo saldamente in sella potesse intervenire anche a tempo scaduto per rimettere a posto le cose. E invece ci ha pensato il ministro dell’Economia Saccomani a spegnere ogni entusiasmo: ormai l’aumento dell’Iva c’è. E ce lo terremo. Così le forze politiche imparano la prossima volta a scannarsi sulla pelle dei contribuenti. E questi ultimi, avranno ora tutti gli elementi per giudicare di chi sia stata la responsabilità di un balletto politico che ha tenuto bloccato il nostro Paese per dieci giorni, in un momento critico in cui non bisognava perdere neanche un minuto.
E ora si trema per l’Imu
Abbandonata ogni speranza di vedere rientrato l’aumento dell’Iva, ora tutte le attenzioni si concentrano sull’Imu. In ballo c’è infatti la seconda rata dell’imposta sugli immobili, almeno per quello che concerne le abitazioni principali. L’intenzione, più volte dichiarata del governo, sarebbe di abolire l’intero gettito, circa 2,4 miliardi. Ma anche qui, negli ultimi tempi, i conti si sono fatti sempre più stretti, e ora c’è il rischio che anche questa abolizione possa essere messa in discussione. Tra le ipotesi alternative circola quella che porterebbe al pagamento a dicembre della seconda rata solo per le case di maggiore pregio e per i proprietari più benestanti. Una soluzione intermedia che forse potrebbe accontentare tutti. Staremo comunque a vedere, dato che entro la metà di ottobre bisognerà trovare una soluzione, e speriamo di non doverci confrontare con altre brutte sorprese modello Iva.