Giovani e disoccupati, a luglio boom di partite Iva

Giovani under 35 e disoccupati. Sono queste le due categorie di soggetti che scelgono con più frequenza di aprire nuove partite Iva per lanciarsi in un’attività autonoma. E’ questo il dato più significativo che emerge dalle rilevazioni periodiche dell’Osservatorio sulle partite Iva relative al mese di luglio, quello per il quale sono disponibili i riferimenti più aggiornati. La scelta del lavoro autonomo sembra dunque presentarsi come una delle poche valide alternative ad una crisi che in questo momento sembra sbarrare le strade in ogni altra direzione.
Nord più attivo al Sud
Entrando nel dettaglio dei dati forniti dall’Osservatorio si scopre che complessivamente le nuove partite Iva aperte nello scorso mese di luglio sono state ben 41.192, ossia il 3% in più rispetto al mese precedente. Detto della maggiore frequenza di giovani under 35 e di lavoratori disoccupati o magari momentaneamente in mobilità, possono essere evidenziate altre specificità riguardanti le nuove scelte di lavoro autonomo. Innanzitutto, e questo continua ad non essere una grande sorpresa, il Nord sopravanza il Sud in percentuale. Nel Settentrione d’Italia sono state aperte infatti il 42,1% del totale delle nuove partite Iva contro il 34,6 % di Mezzogiorno e Isole. Predominanti poi gli uomini rispetto alle donne: sono infatti ben il 63,6% i soggetti maschili che hanno deciso di optare per l’avventura della ditta individuale a luglio contro il 33,6% di soggetti femminili.
Commercio e libera professione i più gettonati
Se si passa poi a considerare le attività che le nuove partite Iva scelgono di svolgere a dominare sono sempre alcuni grandi classici. Innanzitutto il commercio, che conquista ancora una volta il primo posto. A seguire poi c’è la libera professione che rimane la speranza lavorativa di migliaia di giovani laureati. Buon gradimento raccolgono poi a seguire il settore edilizio, le attività assicurative e finanziarie e le professioni legate al mondo della sanità.
Regime dei minimi e false partite Iva
Tra le ragioni che vengono addotte per spiegare il boom dei nuovi lavoratori autonomi, non c’è solo la crisi. Di certo quest’ultima ha contribuito a spingere molti soggetti senza opportunità di impiego ad ingegnarsi per inventarsi una propria attività. Detto ciò però, un ruolo importante lo sta giocando anche il regime di vantaggio fiscale dei minimi, che certamente sta attirando molti giovani verso la costituzione di una ditta individuale. Allo stesso tempo però, nonostante in questo senso l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero abbia emanato decreti ad hoc, resta l’amara sensazione che l’aumento straordinario di lavoratori autonomi sia anche legato al deprecabile fenomeno delle false partite Iva. Sarebbero infatti molti i giovani che sotto le false attestazioni di lavoro autonomo nascondono la reale situazione di attività di lavoro subordinato e dipendente vero e proprio. Una piaga questa che bisogna continuare a combattere affinché anche nel nostro Paese si possa arrivare ad una libera scelta sul tipo di rapporto professionale con cui lavorare. Per il momento però questa resta ancora solo una speranza.