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Partite Iva, siamo un esercito. Nel 2012 cresciuti del 2,2%

IVA 14 Febbraio 2013

Le file dell’esercito delle partite Iva s’ingrossa. Sono sempre di più infatti gli italiani che scelgono, complice forse anche la crisi economica che stiamo vivendo, di provare l’avventura del lavoro autonomo. A confermarlo ci sono gli ultimi dati comunicati dal Dipartimento delle Finanze sulle partite Iva aperte nel 2012. Tra gennaio e dicembre dello scorso anno sono state circa 550mila, un dato che segnala un incremento del 2,2% rispetto al 2011. Un motivo in più per prendere coscienza della nostra forza a livello nazionale e per chiedere con sempre maggiore insistenza, come sta facendo in questi giorni La mia Partita Iva ai candidati alle elezioni, che il mondo politico prenda atto delle nostre esigenze e dei nostri problemi.

 

Fenomeno giovani

Scorrendo i dati sulle nuove partite Iva, si scopre che più della metà delle richieste (51,2%) arriva da giovani fino a 35 anni e circa il 33% da soggetti con un’età compresa fra 36 e 50 anni. Una chiara testimonianza che il modello del lavoro autonomo cattura le attenzioni di tanti giovani che si affacciano magari anche per la prima volta sul mercato del lavoro. Inoltre, se si considera la natura giuridica delle nuove partite Iva, quelle riferite a persone fisiche – ossia a lavoratori autonomi – da sole fanno segnare un aumento rispetto al 2011 ben del 6%.

 

Vince sempre il commercio

Per quanto riguarda i settori produttivi entro cui si sono indirizzate le nuove partite Iva, il commercio, con il 23,6% del totale delle nuove aperture, continua a registrare le maggiori adesioni. A seguire ci sono poi le attività professionali con il 15% e tutte quelle legate al mondo dell’edilizia, con il 10%. Se poi si vanno invece a fare i confronti con il 2011, si nota che i settori che hanno avuto gli aumenti più consistenti sono quelli legati all’istruzione, ai trasporti e alle attività sanitarie, con incrementi di oltre il 10%.

Da sottolineare, tra i dati più significativi, il fatto che sono poco meno di 150mila, ossia il 27% del totale, le nuove partite Iva che hanno deciso di aderire al cosiddetto regime di vantaggio, quello cioè riservato ai contribuenti di piccole dimensioni che intendono iniziare un’attività d’impresa o di lavoro autonomo. Tra l’altro ben il 70% di adesioni è arrivato da giovani al di sotto dei 35 anni, sicuramente allettati da un regime fiscale che a partire dal primo gennaio 2012 ha previsto un’aliquota dell’imposta sostitutiva, dovuta in luogo di Irpef e Iva, ridotta dal 20 al 5%.

 

Cresce il Centro-Sud

Un’ultima notazione riguarda la distribuzione geografica delle nuove partite Iva, che evidenzia novità non di poco conto. Se infatti non rappresenta una sorpresa il fatto che la maggior parte delle nuove aperture, ossia il 42,5%, sia avvenuto al Nord, seguito con il 34,7% da Sud e Isole e con il 22,7% dal Centro, meno scontati appaiono altri dati. Rispetto al 2011 il Centro-Sud manifesta un maggior tasso di aperture di partite Iva, con le sole eccezioni di Calabria e Marche, che fanno registrare invece dati in calo. Altro elemento di sorpresa è poi quello che racconta di un Nordest, da sempre considerato per antonomasia la patria delle piccole partite Iva, con il calo di aperture più sensibile rispetto al 2011. Se poi si considerano le singole Regioni si scopre che a segnare il livello di crescita più alto è la Campania, con un più 9%. Mentre la Regione con il risultato peggiore è il Friuli Venezia Giulia che nel 2012 ha visto calare del 5% il numero di nuove partite Iva rispetto all’anno precedente.

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