Per non aumentare l’Iva servono le risorse entro il 31 agosto
Le idee restano vaghe, perché ancora non si sa dove recuperare le risorse. Di buono c’è però che Governo si è posto almeno una scadenza precisa: il 31 agosto. Entro questa data si dovranno trovare le coperture definitive per scongiurare l’aumento dell’Iva dal prossimo 1° ottobre.
Tre partite sul tavolo
Per giungere a questo risultato l’esecutivo ha deciso di mischiare sullo stesso tavolo le carte di tre importanti partite che sono all’ordine del giorno sulle scrivanie dei dicasteri economici: pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, riformulazione dell’Imu e, per l’appunto, impegno per evitare l’incremento dell’Iva. A queste decisioni si è giunti al termine di un affollato vertice di maggioranza al quale oltre al premier Enrico Letta hanno partecipato anche il vicepremier Angelino Alfano, e i ministri dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, degli Affari Regionali, Graziano Delrio.
Adesso i fatti
Dopo le parole servono i fatti. Per eliminare l’Imu sulla prima casa – attualmente la prima rata è sospesa fino al 16 settembre – servono 4 miliardi di euro, mentre un altro rinvio di tre mesi dell’aumento Iva (da ottobre fino a fine anno) costa 1 miliardo. Risorse che al momento non ci sono. Se non si vogliono quindi introdurre nuove tasse, oppure sforare il tetto del 3% del deficit, occorrerà tagliare la spesa. Da qui la necessità di coordinare le tre partite. Un’accelerazione al pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione potrebbe mettere le imprese nelle condizioni di versare le imposte e di conseguenza aumentare il gettito fiscale così da scongiurare un incremento dell’Iva. Il Ministro Saccomanni ha parlato di un nuovo metodo di lavoro, fatto di apertura, confronto e collaborazione. Vedremo se questo metodo porterà soluzioni concrete per il popolo delle partite Iva, stufo di non essere ascoltato dal mondo della politica.