Ravvedimento operoso, cosa fare se non paghiamo le tasse
L’appello di Gianluca Brambilla amministratore delegato di Eagisco, pubblicato su lamiapartitaiva.it lunedì 15 aprile, proponeva come forma di protesta nei confronti di una politica che non fa gli interessi dei cittadini la possibilità saltare il pagamento dell’Iva il 16 maggio.
Ma quali sono le conseguenze per il mancato rispetto della scadenza? Fermo restando che le tasse devono essere pagate, ma allo stesso tempo appoggiando totalmente l’iniziativa di Brambilla, bisogna sapere che c’è la possibilità di rinviare quanto dovuto al Fisco attraverso l’istituto del ravvedimento operoso. Vediamo che cosa è e come funziona.
Che cosa è il ravvedimento operoso
Il ravvedimento operoso è un sistema per correre ai ripari quando ci accorgiamo di aver mancato un pagamento oppure quando abbiamo spostato in avanti la scadenza per problemi di liquidità. Il ravvedimento consiste quindi nel pagare in ritardo la tassa o l’imposta comprensiva di interessi e sanzione.
Come funziona
In base ai termini entro cui effettuiamo il ravvedimento cambiano sia gli interessi sia le sanzioni da aggiungere all’importo originariamente non versato. Possiamo quindi sfruttare tre tipologie di ravvedimento, che per semplicità potremmo definire “sprint”, “breve” e “lungo”.
Ravvedimento sprint
Il ravvedimento “sprint” si deve effettuare entro 14 giorni dalla scadenza. Con questa forma di ravvedimento la sanzione da pagare è dello 0,2% per ogni giorno di ritardo. Di conseguenza l’importo aggiuntivo da versare varia dallo 0,2% se paghiamo con un giorno di ritardo fino al 2,80% se paghiamo 14 giorni dopo la scadenza.
Oltre alle sanzioni, in caso di pagamento ritardato dobbiamo versare al Fisco anche gli interessi, il cui tasso annuo è del 2,5%.
Ravvedimento breve
Il ravvedimento “breve” si può effettuare dal quindicesimo fino al trentesimo giorno successivo alla scadenza. In questo caso la sanzione è fissata al 3% indipendentemente dai giorni di effettivo ritardo, mentre gli interessi sono sempre al 2,5% annuo.
Ravvedimento lungo
Il ravvedimento “lungo” può essere effettuato dal trentunesimo giorno successivo alla scadenza. In questo caso la sanzione è del 3,75%, gli interessi sono al 2,5% annuo.
Il termine ultimo per effettuare il ravvedimento è la data di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui ci siamo dimenticati di versare l’imposta o la tassa.
Attenzione: il ravvedimento non è valido se manca il pagamento anche di uno solo degli importi dovuti. Dobbiamo quindi ricordarci di versare non solo l’imposta omessa, ma anche gli interessi e la sanzione.
Oltre a rispettare i limiti di tempo, per poter effettuare il ravvedimento è necessario che:
- la violazione non ci sia già stata constatata e notificata dal Fisco
- non siano già iniziati i controlli (ossia accessi, ispezioni e verifiche da parte del Fisco)
- non siano già cominciati gli accertamenti fiscali (inviti a comparire, richiesta di documenti, invio di questionari, ecc.)
Anche per il ravvedimento operoso dobbiamo utilizzare il modello F24, avendo cura di inserire nel modello i codici relativi al tributo, agli interessi e alle sanzioni. Non è possibile pagare a rate gli importi che scaturiscono dal ravvedimento.