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La Mia Partita IVA • News • Contabilità IVA • Regime dei minimi: le 7 cose che dobbiamo assolutamente sapere

Regime dei minimi: le 7 cose che dobbiamo assolutamente sapere

Contabilità IVA 15 Febbraio 2013 Mario Nicoliello

I nostri articoli sul regime agevolato dei contribuenti minimi, sono stati fra i più letti del sito e all’interno del nostro social dicolamia hanno generato tante discussioni. Abbiamo quindi deciso di raccogliere le domande più ricorrenti e pubblicarle insieme alle risposte  per offrire ai nostri lettori un ulteriore servizio.

 

1) Sono un contribuente minimo, posso registrare da solo le fatture d’acquisto e i corrispettivi, coinvolgendo il commercialista solo per la dichiarazione dei redditi?

I contribuenti minimi hanno delle agevolazioni dal punto di vista contabile. Infatti essi non sono obbligati a registrare i documenti emessi e ricevuti, poiché alla fine del mese o del trimestre non sono tenuti al versamento dell’Iva.

Ciascun contribuente minimo può quindi anche da solo numerare e conservare nel proprio archivio le fatture emesse e quelle ricevute dai clienti e compilare il registro dei corrispettivi se svolge per esempio l’attività di commercio al dettaglio.

A fine anno questa documentazione servirà per compilare la dichiarazione dei redditi.

 

 

2) Posso aprire la partita Iva con i minimi anche se sono dipendente, ma mi chiedo: come vengono gestiti i due redditi? Si sommano oppure il limite di 30.000 euro anni è relativo solo all’attività con partita Iva?

Il limite dei 30.000 euro è relativo soltanto all’attività di lavoro autonomo

 

 

3) Se incasso un fatturato di 35.000 euro all’anno ma ho un utile di soli 10.000 euro, perché il resto serve a coprire le spese, riesco a entrare nel regime dei minimi?

Purtroppo no. I 30.000 euro sono il limite del fatturato incassato nell’anno.

 

 

4) Un socio lavoratore di una società che è stata chiusa il 31 dicembre 2012 può iniziare un’attività come libero professionista usufruendo del regime dei contribuenti minimi? La società si occupava di produzione e applicazione di prodotti multimediali, mentre il nuovo libero professionista intenderebbe occuparsi esclusivamente di assistenza, riparazione e manutenzione PC.

La risposta è affermativa. Se la società non ha mai svolto l’attività che il professionista intende svolgere quest’ultimo può utilizzare il regime dei minimi.

 

 

5) Vorrei aprire la partita Iva con il regime dei minimi. Quali e quante tasse devo pagare a fine anno? Il 5% su ogni fattura e il 27 % del totale fatturato per l’Inps? Posso detrarre le spese effettuate?

Aprendo la partita Iva col regime dei minimi a fine anno si dovrà versare un’imposta pari al 5% del suo reddito, ossia alla differenza tra ricavi incassati e costi pagati.

In più si dovranno versare i contributi previdenziali alla gestione separata Inps, se non si è iscritti a una cassa previdenziale. I contributi da versare alla gestione separata si calcolano applicando al reddito annuo (anche in questo caso la differenza tra costi e ricavi) la percentuale del 27,72%.

Sia dal calcolo del reddito imponibile ai fini fiscali, sia dal calcolo del reddito imponibile ai fini contributivi è possibile sottrarre dai ricavi tutti i costi inerenti all’attività. In più, nel calcolo del reddito fiscale si possono sottrarre anche i contributi versati all’Inps.

 

 

6) Sono un contribuente minimo, iscritto alla gestione separata Inps. C’è una soglia minima da fatturare per calcolare quanto versare all’Inps? Se mi ritrovassi a fatturare 2000-3000 euro l’anno nel caso in cui l’attività non proseguisse bene, pago sempre il 27% di questa somma? Oppure l’Inps mi fa pagare il contributo fisso di circa 3000 euro l’anno?

Nella gestione separata Inps si versa solo sul reddito effettivamente percepito, non esiste quindi un reddito minimale su cui versare obbligatoriamente. Tuttavia, ogni anno l’Inps comunica il reddito minimo su cui calcolare i contributi da pagare per avere riconosciuto un intero anno di contribuzione ai fini pensionistici. A titolo di esempio, per il 2012 il reddito minimale è di 14.930 euro. Pertanto, applicando l’aliquota del 27,72% il contributo minimo è di 4.138,60 euro. Ciò significa che se un iscritto alla gestione separata ha versato nel 2012 almeno 4.138,60 euro di contributi gli verrà riconosciuto un intero anno di contribuzione ai fini della pensione. Se invece l’ammontare dei contributi versati è inferiore a 4.138,60 non verrà accreditato un anno intero, ma soltanto alcuni mesi di contribuzione in base a quanto è stato effettivamente pagato.

 

 

7) Una persona che ha 50 anni può accedere al regime dei minimi, oppure bisogna avere al massimo 35 anni?

Anche chi ha superato i 35 anni di età può accedere al regime dei minimi, a condizione però che rispetti tutti i requisiti previsti dalla normativa. Il limite dei 35 anni si applica per i giovani che possono sfruttare i minimi anche per più di cinque anni.

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